Si al terzo mandato. I consiglieri del Pd campano non seguono il dictat della segreteria nazionale e votano “si” alla legge che permetterà al governatore uscente Vincenzo De Luca di ricandidarsi. Lo hanno fatto perché, ha spiegato il consigliere regionale Mario Casillo, primo firmatario della proposta, “bisogna distinguere la questione tecnica da quella politica”.
Una legge controversa
In effetti la legge non interessa solo il terzo mandato di De Luca ma riforma anche altri aspetti legati alle elezioni. È chiaro, però, che garantire il pass per la ricandidatura al presidente uscente era la novità più attesa.
Lo stesso Casillo ha evidenziato che “Il presidente De Luca è un nostro iscritto, abbiamo un grande senso di appartenenza ma non si può non tener conto di ciò che è stato fatto in questi anni. Lavoriamo tutti quanti insieme per governare altri cinque anni“.
Complessivamente la legge passa con 33 voti favorevoli, 16 no e un astenuto. A votare a favore anche Valeria Ciarambino, ex 5 Stelle e per due volte candidata contro De Luca.
La posizione del centrodestra
“L’arroganza di questa maggioranza che calpesta i regolamenti del Consiglio regionale espone i provvedimenti che intendono adottare oggi a rischio annullamento“. Lo annunciano i consiglieri regionali di centrodestra in Campania che, in apertura della seduta dedicata alla proposta di legge sul terzo mandato da governatore per Vincenzo De Luca, avevano presentato con Raffaele Maria Pisacane (Fratelli d’Italia) una pregiudiziale – poi bocciata – per segnalare come, ai sensi del regolamento, fosse da annullare la seduta consiliare antimeridiana di oggi.
Il centrodestra segnala una “grave e palese violazione” del Regolamento, secondo il quale (articolo 111, comma 2) “Nei giorni lavorativi antecedenti le sessioni non si svolgono altre sedute del Consiglio, salvo che per la trattazione di provvedimenti urgenti e indifferibili”.
Il centrodestra sostiene che “l’ordine del giorno non include, nella sua interessa programmatica, alcun provvedimento urgente nè indifferibile”, quindi “si conferma l’impossibilità di procedere alla seduta consiliare antimeridiana”. “La mancata approvazione della pregiudiziale – sostengono i consiglieri del centrodestra – ci induce a impugnare i provvedimenti al Tar“.