L’Associazione Salerno 1943 ha lanciato una nuova campagna per ottenere il riconoscimento del relitto del sommergibile “Velella” come “Sacrario militare subacqueo”. Affondato nel 1943 al largo di Punta Licosa, il Velella giace ancora sul fondo del mare, custodendo i resti dei suoi 51 marinai.
Un patrimonio storico e un dovere morale
Secondo l’Associazione, il riconoscimento del Velella come sacrario militare sarebbe un atto dovuto nei confronti dei caduti e un modo per preservare un importante patrimonio storico. “Il Velella rappresenta una pagina dolorosa della nostra storia”, afferma Vincenzo Pellegrino, presidente dell’Associazione Salerno 1943. “È nostro dovere tramandare alle future generazioni la memoria di questi giovani marinai e onorare il loro sacrificio”.
Un iter normativo da seguire
L’Associazione propone di seguire l’esempio del sommergibile “Scirè” e di avviare un iter legislativo che consenta di riconoscere il Velella come sacrario militare. Questo riconoscimento avrebbe importanti implicazioni giuridiche e consentirebbe di tutelare il relitto e di istituire un punto di riferimento per la memoria storica.
Le ragioni del riconoscimento
Secondo l’Associazione, il riconoscimento del Velella come sacrario militare avrebbe molteplici vantaggi: tutelerebbe il relitto, ne valorizzerebbe la memoria, garantirebbe uno sviluppo del turismo culturale.
L’Associazione Salerno 1943 rivolge un appello ai deputati e ai senatori affinché sostengano questa iniziativa. “Chiediamo ai nostri rappresentanti di impegnarsi per far sì che il Velella venga riconosciuto come sacrario militare“, afferma Pellegrino. “È un atto di giustizia nei confronti dei nostri marinai caduti e un gesto di civiltà per la nostra comunità“.