Vallo della Lucania, al via corso alberghiero per gli studenti detenuti

Partito il nuovo percorso di studi ad indirizzo alberghiero - gastronomico. Visita nella casa Circondariale per la dirigente Maria Masella

Di Ernesto Rocco
Vallo della Lucania, al via corso alberghiero per gli studenti detenuti

La Dirigente Maria Masella dell’Istituto Omnicomprensivo Ancel Keys ha fatto visita alla casa Circondariale di Vallo della Lucania (sede staccata dell’istituto), in occasione dell’inizio dell’anno scolastico. Dirigente e docenti sono stati accolti dalla direttrice della struttura, la dottoressa Caterina Sergio, dal comandante del reparto di Polizia Penitenziaria Guido Piergallini, dagli educatori e dal personale presente.

Il corso di studi riservato ai detenuti

E’ partito, infatti, un nuovo percorso di studi di istruzione ad indirizzo alberghiero-enogastronomico rivolto agli studenti detenuti, fortemente voluto da Scuola, Giustizia ed Ente Locale, nella persona di Eros Lamaida, già sindaco del Comune di Castelnuovo Cilento. Il corso amplia l’offerta formativa già ricca che, attraverso progetti, corsi, simulazione di piccole imprese, offre occasioni di crescita ma anche di riflessione sul vissuto e sul futuro.

Oggi prende vita un progetto nato dalla volontà, dalla tenacia e da una visione comune di istituzioni diverse, fondato sulla forza dell’istruzione come arma di miglioramento, progresso e rinascita”. Due Dirigenti accomunati dalla stessa visione: lo sguardo verso l’uomo, l’attenzione alla fragilità umana, limitata, piegata da retaggi culturali poveri che può trovare riscatto attraverso un percorso educativo e rieducativo. Lo stesso si fonda su una attività didattica personalizzata che vuole contribuire a costruire, recuperare e consolidare la ridefinizione del progetto di vita del detenuto e la responsabilità nei confronti di se stesso e della società.

La didattica svolge un ruolo fondamentale, necessita di programmazioni aperte e flessibili, adattabili facilmente ai bisogni che di volta in volta emergeranno ma richiede margini di “improvvisazione” creativa in un contesto che può rivelarsi povero di mezzi tecnici e multimediali.

“Non si tratta di una sfida”, dice la dottoressa Sergio. “E’ un progetto reale, che ha spazi, professionisti della scuola ma soprattutto studenti animati dal desiderio di riscatto, che guardano al futuro, nonostante i limiti oggettivi che caratterizzano la loro attuale esistenza“.

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