“Una crisi, si legge nella nota del sindacato e del Comitato, che non è affatto una novità, ma di sicuro è stata accentuata dalla continua carenza di personale medico. Da tempo denunciamo, sottolineano, che troppe unità operative sono sotto organico, con conseguente sospensione delle attività ordinarie. Buon ultimo il reparto di Chirurgia generale che per carenza di dirigenti medici, i pazienti vengono dirottati presso l’ospedale di Oliveto Citra”. Ma la nota non risparmia un commento perplesso in merito anche alla “posizione assunta da parte di alcuni dirigenti medici dello stesso reparto, con la richiesta di trasferimento ad altro ospedale ci lascia al quanto sorpresi e scioccati”.
La nota stampa
Una carenza di medici che riguarda la Neurologia dove è in servizio un sono dirigente medico prossimo alla pensione, ma anche l’unità operativa di Ortopedia, sempre per la carenza di medici, “è costretta a non accettare ricoveri durante il fine settimana, dirottandoli verso Oliveto Citra a cui bisogna aggiungere il prossimo pensionamento del Direttore dell’U.O”.
E poi i lunghi tempi di attesa per le prestazioni radiologiche al presidio ospedaliero di Polla, che sono diventate “insostenibili considerando la presenza dell’organico completo, sia per quanto riguarda i dirigenti medici sia dei tecnici radiologi. Riteniamo, si legge nella nota, che ci sia un problema organizzativo non risolto da tempo e chiediamo un intervento urgente da parte del Presidente della Giunta Regionale e del Direttore Generale”. Le problematiche che riguardano le varie unità operative del “Curto” di Polla hanno delle ripercussioni anche sulle attività del Pronto Soccorso di Polla, sovraccaricando il personale in servizio”.
Le posizioni politiche
Spi Cgil e Comitato “C.U.R.O” rimarcano, ancora una volta, come il progetto dell’Ospedale di Comunità presso l’ospedale di Sant’Arsenio, previsto dalla delibera ASL/SA n° 28 del 17/01/2020, in cui afferiscono anche risorse economiche per le aree interne segnaliamo, manchi ancora di una “progettazione e realizzazione degli spazi dove ubicare la UCCP, nessuna deliberazione e quindi realizzazione del consultorio familiare; manca la rimodulazione e la riorganizzazione della salute mentale ed il riposizionamento nella Struttura Sanitaria di Sant’Arsenio delle attività distrettuale ambulatoriali tuttora esistenti”. Tutti interventi e realizzazioni finanziati da tempo dall’Asl Salerno.
Le dichiarazioni
“E’ evidente, aggiunge la nota stampa, che vi è una grave responsabilità dell’ASL di Salerno sia nel non volersi confrontare con le organizzazioni sindacali, sia nella governance delle Direzioni Mediche di Presidio quasi sempre affidate a dirigenti medici a cui viene deliberata la Funzione ma non il riconoscimento economico contrattuale della stessa per svolgere l’incarico, volutamente precari e quindi senza autonomia dovuta, soli con se stessi nel bene e nel male. Tuttavia, in attesa di una programmazione seria sul futuro della sanità salernitana, del ripristino di corrette relazioni sindacali e di un confronto con i rappresentanti istituzionali dei territori sull’approvazione prossima dell’Atto Aziendale, sono urgenti due cose nel sopraggiunto periodo estivo, sia nelle aree interne che sulla fascia costiera: garantire adeguato personale per le accresciute richieste inevitabili di salute. In secondo luogo, i Dipartimenti si facciano carico di coprire i turni nei presidi ospedalieri che scontano più carenze.
Non è solo una questione di solidarietà per i lavoratori e i cittadini, ma la semplice applicazione di criteri organizzativi. Infine chiediamo alla Direzione Generale dell’ASL/SA una convocazione urgente per farci capire perché è arrivata al punto, in alcune situazioni, di non garantire i Livelli Essenziali di Assistenza e per ragionare con noi sulle soluzioni. Per esempio, proprio non capiamo perché mentre c’è carenza di medici, i cardiologi vengono dirottati nei Pronto Soccorso sottraendoli alla copertura dei turni negli altri ospedali carenti, e come mai, nonostante la Cgil lo chieda da tempo, non si proceda al reclutamento dei medici ex USCA che potrebbero portare una boccata di ossigeno in molti servizi, compreso l’accesso nei presidi ospedalieri, in codice bianco. E’ evidenti, conclude la nota, che perdurando tale situazione di stallo, saremo costretti ad aprire una stagione di mobilitazione a tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini”.