Un foglio bianco, un pennarello verde e una frase scritta a mano con la grafia di una bambina, Michaela: “Ridateci Franco Alfieri”. Questo il messaggio apparso all’ingresso del Comune di Capaccio Paestum, a pochi giorni dall’arresto del sindaco.
Il gesto spontaneo delle bambine ha suscitato un’ondata di emozioni nella comunità locale, ma ha diviso l’opinione pubblica. Da un lato, c’è chi vede in questo appello un simbolo di innocenza e affetto, l’espressione genuina di un legame che va oltre le vicende giudiziarie. Dall’altro, c’è chi sottolinea l’importanza di rispettare le istituzioni e di attendere l’esito delle indagini e non esita a parlare di strumentalizzazione della vicenda.
Di fatto il foglio era posizionato dal lato interno del vetro della porta di palazzo di città, posizionato probabilmente a prima mattina. Circostanze che per qualcuno indurrebbero a pensare che non si tratterebbe di un gesto spontaneo.
Il legame con la comunità
Polemiche a parte il sindaco Alfieri, prima del suo arresto, era una figura molto popolare a Capaccio Paestum tanto che alle scorse elezioni di giugno era stato rieletto con un risultato plebiscitario, anche per l’assenza di forti gruppi alternativi.
L’arresto ha scosso profondamente la comunità. Da un lato, c’è chi continua a credere nella sua innocenza e a sostenere la sua famiglia in questo momento difficile. Dall’altro, c’è chi chiede che la giustizia faccia il suo corso e che venga fatta piena luce sulle accuse mosse all’ex primo cittadino. Le minoranze continuano a sottolineare la necessità che si dimetta dopo la sospensione già avvenuta da parte del Prefetto. Una ipotesi, questa, che pare che Alfieri non stia contemplando.