UE: proposta di modifica delle norme sulla data di scadenza degli alimenti

Novità in arrivo per le indicazioni sulla data di scadenza dei prodotti alimentari. Ecco cosa potrebbe cambiare

Di Francesca Scola

L’8 marzo scorso la Commissione UE ha esposto davanti agli esperti degli Stati membri una proposta che rivedesse le norme relative alla data di scadenza degli alimenti. Il suggerimento offerto dalla Commissione è relativo all’inserire nell’etichetta che riporta la scadenza una dicitura che si aggiunga al «da consumarsi preferibilmente entro» , ovvero «spesso buono oltre».

La proposta

La proposta intende combattere lo spreco alimentare sempre più crescente in Europa, così come in altri Paesi del mondo. Spesso, infatti, vengono gettati nella spazzatura alcuni alimenti che potrebbero essere ancora consumati ma, a causa della data di scadenza riportata sulle etichette, si credono essere nocivi. La realtà è ben diversa poiché sono numerosi gli alimenti la cui data di scadenza va ben oltre quella indicata dall’etichetta, con range che può andare da giorni addirittura fino a settimane o mesi.

A Bruxelles si lavora per produrre la bozza dell’atto delegato in cui è presente la nuova dicitura da applicare.  Secondo il parere della Commissione l’inserimento di questa specifica può aiutare le persone nel consumare correttamente gli alimenti e nell’imparare a comprendere anche i termini di scadenza effettivi dei cibi.

L’idea dell’UE non è nuova, infatti, già durante la pandemia, il gruppo Granarolo, aveva richiesto un prolungamento della scadenza del latte fresco fino a dieci giorni. I produttori di latte sono, infatti, coloro che premono maggiormente sull’argomento.

Ma quali sono i cibi che si possono consumare oltre la scadenza consigliata?

Tenuto conto della necessità di verificare caso per caso il cibo scaduto prima di consumarlo, è possibile mangiare dopo la data di scadenza: la pasta, il riso, i legumi secchi o inscatolati la cui possibilità di consumazione va ben oltre la scadenza consigliata, gli yogurt che possono essere mangiati fino a due settimane dopo. 

La scadenza vale invece per salumi ed insaccati, carne fresca, verdura e frutta fresca.

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