Uccise un connazionale e nascose il cadavere in una zona rurale: condannato dal Tribunale del Riesame di Salerno

In data 26.10.2023 il Tribunale del Riesame di Salerno, in accoglimento dell'appello proposto da questo Ufficio avverso l'ordinanza di rigetto della richiesta di misura cautelare emessa dal GIP di Salerno

Di Comunicato Stampa

In data 26.10.2023 il Tribunale del Riesame di Salerno, in accoglimento dell’appello proposto da questo Ufficio avverso l’ordinanza di rigetto della richiesta di misura cautelare emessa dal GIP di Salerno, ha disposto l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di S.D., siccome ritenuto responsabile dell’omicidio di un connazionale. L’indagine ha preso le mosse dal rinvenimento, in data 08.02.2022, di resti umani in una zona rurale di Contursi Terme, località Palomonte, precisamente in un campo incolto non lontano dalla strada provinciale 10/A. La vittima, prima di essere uccisa, era stata brutalmente percossa (numerose erano le fratture riscontrate al setto nasale, alla mandibola, alla tibia destra), quindi sventrata e decapitata e veniva identificata, tramite analisi genetiche compiute sui reperti di DNA, in SINGH Gurinder, bracciante agricolo di origini indiane, regolarmente soggiornante in Italia dal 2011 e trasferitosi in Campania nell’agosto del 2021, allorquando era stato assunto da una azienda bufalina distante qualche chilometro dal punto del ritrovamento del cadavere.

La ricostruzione

Secondo l’ipotesi accusatoria, allo stato ritenuta fondata dal Tribunale per il riesame, l’omicidio trovava la sua scaturigine da contrasti personali insorti tra la vittima e l’indagato, entrambi coabitanti in un piccolo prefabbricato di pochi metri quadrati messo loro a disposizione dalla datrice di lavoro.

Alla identificazione del Davinder quale sospetto autore dell’omicidio si è arrivati all’esito di accertamenti compiuti dalla polizia scientifica, che hanno consentito di rinvenire tracce di sangue – compatibili con profilo genetico della vittima — all’interno della vettura dell’indagato, su alcuni suoi indumenti, ed infine all’interno del prefabbricato stesso, che, dopo la scomparsa della vittima, era stato abitato in via esclusiva dall’indagato.

Tali elementi non erano stati ritenuti integrare gravi indizi di colpevolezza da parte del GIP, che, evidenziando lacune nelle investigazioni quali, in particolare, il mancato utilizzo della tecnica del “Bloodstain Pattern Analysis” (ovvero dell’analisi scientifica delle traiettorie degli schizzi di sangue), aveva ritenuto non sufficienti le predette tracce ematiche ed assorbenti talune dichiarazioni rese, in fase di indagini difensive, da alcuni testimoni che sostenevano di aver notato in vita la vittima sino alla mattina del 28.12.2022, ovvero in un momento successivo o comunque concomitante la partenza dell’indagato per il suo paese di origine.

Ancora indagini in corso

Il Tribunale del Riesame, ritenendo – in particolare – altamente sintomatica la circostanza della partenza dell’indagato, avvenuta all’improvviso, con biglietto aereo, per un volo intercontinentale, comprato poche ore prima del viaggio, senza alcun preavviso, e senza che venisse registrato alcun bagaglio, è pervenuto a conclusioni opposte a quelle del GIP. La misura cautelare disposta non è eseguibile, pendendo i termini per la sua eventuale impugnazione innanzi alla Suprema Corte di Cassazione. È doveroso precisare che le indagini sono in corso, e che quelli rappresentati costituiscono solo gli esiti provvisori delle stesse, sottoposte ad ulteriore vaglio da parte dell’autorità giudicante.

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