L’allenatore con il suo staff c’è, il presidente ancora no. È quanto meno paradossale la situazione odierna dell’U.S. Agropoli che forse si trova a vivere il periodo più difficile della sua storia. Un dato confermato anche il disinnamoramento della città che oggi ha risposto “assente” alla conferenze stampa convocata per presentare il nuovo progetto tecnico. Giornalisti e addetti ai lavori a parte, i tifosi (o i curiosi) si contavano sulle dita di una mano.
Cosa è emerso dalla conferenza stampa
In effetti gli scettici hanno avuto ragione: l’incontro di questa mattina non è servito a fugare i dubbi sul futuro della compagine cilentana. È vero: c’è un allenatore, Osvaldo Ferullo, c’è un preparatore dei portieri, Gianfranco Rossi, e un club manager, Rosario Cerminara. Ma della società si continua a sapere poco.
Ciò che è certo, è che c’è una nuova governance rappresentata dagli agenti FIFA Stefano Squitieri e Valentino Viviani. C’è addirittura un vicepresidente, Angelo Cimadomo, ma – ribadiamo – manca un presidente. Il dimissionario Nicola Volpe non è stato ancora sostituito e chi si aspettava di conoscere il futuro societario, prima che tecnico, è rimasto deluso. Qualcuno pone anche dei dubbi sulle modalità con cui siano stati “bloccati” i componenti dello staff presentati oggi, vista l’assenza di una figura societaria che possa dare il nulla osta.
In attesa di sviluppi su questo fronte, tutt’altro che secondario, si è appreso che il 12 di agosto partirà la preparazione della prima squadra. Si punterà sui giovani, cercando di dare spazio a calciatori del territorio. A confermare i programmi è stato proprio Ferullo: «L’obiettivo non è quello di vincere, oggi non è pensabile, ma è cercare d’infondere nei calciatori una mentalità vincente attraverso il duro lavoro e la sofferenza che dovrà diventare resilienza». Insomma l’Agropoli dovrà salvarsi anche perché c’è da ripianare la situazione debitoria dello scorso anno e la priorità è rappresentata dal settore giovanile.
L’auspicio è che nei prossimi giorni vi siano novità, anche se l’attaccamento alla squadra che negli anni scorsi ha permesso di salvare la storica matricola 860 (la più antica della Campania) è in gran parte scemato. Si era già notato lo scorso campionato quando soltanto un centinaio di persone occupava lo stadio “Guariglia” in occasione delle gare casalinghe, tanto che l’ex presidente Domenico Cerruti, in una domenica d’inverno, lamentò proprio lo scarso attaccamento alla squadra degli ultimi periodi.
L’U.S. Agropoli 1921 oggi appare come un malato terminale che la politica e pochi appassionati tentano di far sopravvivere, riuscendo in questo modo soltanto ad aumentare le sofferenze di un delfino morente. Riuscirà la nuova dirigenza a trovare una cura miracolosa?