Valle dell’Angelo, il comune meno popoloso della Campania

La Storia di Valle dell’Angelo.

Le origini del borgo vengono fatte risalire al X secolo, con l’insediamento nell’area di alcuni monaci basiliani provenienti dalla Siria e dall’Epiro.
Valle dell’Angelo appartenne poi al feudo di Laurino, finché, nel Seicento, passò alla potente famiglia Spinelli che lo conservò fino al 1806.
Situato ai piedi del monte Ausinito, sulla riva destra del fiume Calore, il piccolo centro, casale dell’antico Stato di Laurino, era chiamato “Piaggine Sottane” e solo nel 1873 il comune venne chiamato Valle dell’Angelo, in riferimento alla famosa grotta. Il piccolo centro è caratterizzato dai numerosi portali in pietra locale, costruiti nel Settecento da esperti scalpellini del posto.

Un panorama del paese
Cosa Visitare a Valle dell’Angelo.

La Chiesa di San Barbato, al centro del paese, è affiancata da un imponente campanile esistente già nel XVII secolo, sopraelevato nel 1954 con altri due piani e una cupola. L’ingresso principale è costituito da un bellissimo portale in pietra con al centro immagini di San Barbato, con libro e mitra vescovile, e da una porta in legno massiccio datata 1758. L’interno è a due navate, con altari laterali. Notevole è anche la statua di San Barbato, che viene portata in processione, per le vie del centro, ogni dieci anni. Dietro l’ingresso principale, un organo del Settecento sovrastato da un dipinto di Carlo Natale datato 1775.

Di notevole interesse sono anche la seicentesca Cappella di San Leonardo e, fuori dall’abitato, la Cappella di San Sebastiano, costruita dopo la pestilenza del 1656 e ora in rovina.
Nel suggestivo scenario naturale del monte Ausinito, in località Costa della Salvia, si trova la Grotta di San Michele Arcangelo, che all’interno ospita una statua marmorea del santo, fatta costruire per devozione dalla famiglia Tommasini nel corso dell’Ottocento. La grotta, dove i fedeli si recano in pellegrinaggio 18 maggio e la prima decade di agosto, dista dal paese circa un’ora di cammino.