Sapri, la città della Spigolatrice

La Storia di Sapri.

In pochi luoghi storia, mito e legenda, saldamente ancorati alla natura del posto, conservano intatta la magica evocativa del loro passato. Uno di questi è sicuramente Sapri, il cuore antico e pulsante del Golfo di Policastro. Fu forse lo Scidro di cui parla Erodoto, ove, nel 510 a.C. si rifugiarono i profughi della fiorente Sibari distrutta da Crotone; o Sapròs, luogo paludoso ma di invidiabile positura geografica, ottimo porto naturale, bonificato dai coloni greci e trasformato,nel V secolo a.C. in ottimo approdo commerciale e nodo cruciale del traffico marittimo nel Tirreno meridionale; o ancora Cesernia o Cesariana, scomparso centro di età romana; o fu forse Avenia, grosso centro etrusco come narra un’antica leggenda popolare per il cui possesso si scatenò una lotta furibonda quanto vana tra Etruschi e Romani, perché un brutto giorno, all’improvviso, sconvolta da un terribile sisma, la città fu inghiottita dalla terra e coperta dalle acque. Non importa come realmente si chiamasse, certo è che Sapri, da sempre “terra di frontiera” ha ricoperto nel mondo antico, un importante ruolo territoriale strategico, sita come era al centro del “Sinus Laus” (oggi Golfo di Policastro), allo sbocco di una vita  istamica che collegava lo Ionio con il Tirreno, frequentata dall’età del bronzo fino a quella Greco – romana. Per la bellezza del suo paesaggio da favola, che abbraccia un mare di sogno e una suggestiva cintura collinare, la vocazione turistica d Sapri è stata precocissima. La conobbe Cicerone, che la chiamò “parva gemma maris inferi” (piccola gemma del mare del Sud); l’imperatore romano d’Oriente Massimiano Erculio, collega di Diocleziano e padre di Massenzio, che la elesse a residenza estiva; la ammirarono i numerosi viaggiatori stranieri del Sette-Ottocento – da Tait Ramage e John Strutt – che ne sottolinearono, nei loro taccuini da “gran tour”, lo stato di benessere e l’eleganza dell’impianto urbanistico. Ma anche se le testimonianze del nobile passato si sono polverizzate nel gioco alterne delle vicende storiche e delle distruzioni di barbari bellicosi e di sanguinari pirati, a Sapri è possibile riscoprire la straordinaria ricchezza di una superba eredità culturale nel vasto repertorio di testimonianze archeologiche presenti nella località “Santa Croce”, il luogo sacro delle memorie e dei culti antichi della città. Sapri è decisamente più nota per la spedizione tragica e sfortunata di Carlo Pisacane, per quella iniziativa rivoluzionaria fallita, cioè, che accesasi il 25 giugno 1857 e spentasi il 1° luglio successivo,doveva avere una dilatazione epicostorica e una trasposizione poetica nei romantici e delicati versi della ballata “La Spigolatrice di Sapri” del poeta risorgimentale Luigi Mercantini.

Un panorama della città
Cosa Visitare a Sapri.

Sotto il profilo archeologico insediamenti abitativi sono stati rinvenuti in diversi siti del territorio limitrofo all’abitato saprese, in particolare alla località Carnale e alla località Viole. In località Santa Croce è presente una villa romana e sono visibili ancora resti di quell’epoca. Di epoca più recente sono la chiesa madre dell’Immacolata, risalente al 1730 e la suggestiva chiesa di Santa Croce del 1879, una struttura in raffinato stile gotico. Nelle vicinanze l’antico osservatorio della Specola. La parte più vecchia della città è il borgo “Marinella” che si caratterizza per il suo primitivo impianto strutturale composto da fabbricati di due piani ed angusti vicoli di accesso.  Il Simbolo di Sapri, però, è la statua dello Spigolatrice che domina uno scoglio immerso nell’azzurro del Golfo. Sapri è anche una importante località balneare ed ha alcuni sentieri che si immergono tra il verde della natura incontaminata e l’azzurro del mare.

La Spigolatrice
Il complesso di Santa Croce