Pertosa, la città delle grotte

La Storia di Pertosa.

Pertosa è posta sul versante destro della valle del fiume Tanagro.
Sulle sue origini non si hanno notizie certe e il suo nome deriva dal termine di dialetto arcaico “petrusu” (apertura), che fa riferimento all’apertura delle Grotte dell’Angelo.
Queste ultime rappresentano sicuramente la risorsa simbolo della città e riportano testimonianze di frequentazioni umane tra le più antiche del territorio salernitano.
Numerosi reperti dimostrano che le grotte furono abitate fin dall’età della pietra e successivamente l’antro fu utilizzato dai Greci e dai Romani come sede di culto, e fu poi dedicato dai cristiani a San Michele Arcangelo.

L’interno delle grotte

Cosa Visitare a Pertosa.

Le Grotte di Pertosa-Auletta sono il fenomeno carsico campano più importante e attraggono turisti provenienti da tutto il mondo. Gli studiosi ne individuano l’origine a circa 35 milioni di anni fa.

Nell’androne che fa da accesso alle grotte è collocato un altare dedicato a San Michele e un barcone permette di entrare nelle cavità in maniera molto suggestiva, attraversando un corso d’acqua che ha origine dalle acque sotterranee, e che prende il nome di Fiume Negro, da cui prende il nome “Negro” il celebre festival di musica etnica che ogni anno ad agosto ha luogo nel piazzale delle grotte.
Le Grotte dell’Angelo, che si snodano per circa 2500 metri attraverso gallerie, cunicoli ed immense caverne, si caratterizzano per la bellezza delle conformazioni di stalattiti e stalagmiti, per l’imponenza delle caverne, e perché, uniche in Italia, per visitarle occorre percorrere un laghetto originato da un fiume sotterraneo.
Un barcone, sapientemente guidato si inoltra nelle viscere della terra per alcune centinaia di metri, lì il silenzio è rotto solo dal rumore delle acque e dalle esclamazioni di sorpresa. Dopo pochi minuti di navigazione si approda, ed inizia l’incanto.  Una meravigliosa cascata creata dal fiume Negro porta echi di tempi lontani, stalattiti e drappi di candido alabastro pendono dalla volta delle caverne, stalagmiti dalle forme più strane catturano lo sguardo incredulo, si passa attraverso cunicoli e corridoi arabescati illuminati dal gioco sapiente delle luci, in immensi saloni ognuno dei quali porta un nome e si incontrano concrezioni incredibili che la natura ha creato in milioni di anni.

Da visitare il museo del suolo, unico in Italia, le caratteristiche Chiese di Santa Maria delle Grazie e San Benedetto, i ruderi dell’antico Mulino, vicino la cascata di Maremanico. Molti sono anche i percorsi naturalissimi di grande pregio.