Casaletto Spartano, il paese dei “Capelli di Venere” e della Madonna

La Storia di Casaletto Spartano

Tradizione vuole che il paese fosse fondato nella contrada “Spartoso”, dove ancora oggi è possibile vedere ruderi di vecchie abitazioni. L’abbandono del vecchio nucleo, narra la leggenda, fu dovuto ad un’invasione di formiche. Più logica sembra la tesi della scarsità d’acqua oppure dei violenti terremoti che intorno all’anno mille sconvolsero l’Italia Meridionale. Da quel vecchio insediamento alcuni storici fanno risalire lo “Spartano”, aggiunto a Casaletto; altri invece pensano che Spartano derivi dallo sparto, pianta che cresce in abbondanza in tutto il territorio del Comune. Nel 1562  i Casali di Casaletto e Battaglia passarono sotto il controllo del Barone don Giovanni Gallotti. Questi rimasero uniti sotto il dominio baronale fino al 1800, da questa data i due paesi vennero separati fino al 1810 quando il generale Manees, mandato a reprimere  focolai di rivolta nel Cilento, trovandosi nel golfo di Policastro inviò dei messi al Sindaco di Casaletto per rifornirsi di vettovaglie ed alloggi. Il Sindaco, un certo Nicola Lovisi, un po’ per la miseria, un po’ per l’enorme ritardo con cui giunsero i messi del generale, non provvide; l’atto fu interpretato come favoritismo nei riguardi dei Borboni ed il generale ordinò così la fucilazione nella località “campo” del Sindaco ed il raggruppamento dei due paesi formando una sola “Comuna” come allora si diceva alla francese. Stabili poi la sede del municipio a Casaletto dove tutt’ora si trova mentre Battaglia assunse il ruolo, che tuttora le compete, di frazione.

Cosa Visitare a Casaletto Spartano

Il luogo maggiormente rappresentativo di Casaletto, è senz’altro “Il Capello”. La località prende il nome dalla cascata “Capelli di Venere”. In prossimità del corso d’acqua si trova anche un mulino ben conservato e un vecchio rudere denominato “Sorgitore”, che consente la deviazione delle acque provenienti dalla sorgente che ha origine presso la località Melette, in modo che una parte delle acque alimentino il mulino e la restante parte vada a finire nel fiume. Il Capello presenta anche tutta una serie di percorsi interni che consentono di visitare vari luoghi panoramici che il corso d’acqua crea lungo il suo tragitto.