Trasfusione di sangue infetto: paziente valdianese risarcito dopo 35 anni, ecco la storia

I fatti risalgono al 1989, il paziente ha ricevuto un risarcimento di 300mila euro

Di Federica Pistone

Una decisione importante per un paziente del Vallo di Diano, che ha ricevuto un risarcimento di circa 300mila euro a causa di una trasfusione di sangue infetta avvenuta nel lontano 1989.

La storia

La storia inizia in marzo 1989, quando l’uomo, ora sessantenne, si trovò costretto a sottoporsi a una trasfusione presso l’ospedale di Polla a seguito di una grave ferita. Solo all’inizio degli anni 2000, però, cominciò a riscontrare problemi di salute e a intraprendere accertamenti clinici, scoprendo di essere affetto da una epatopatia cronica correlata all’HCV, con evidenti segni di epatolisi. Nel corso di due decenni, il Ministero della Salute è stato ritenuto responsabile e condannato a risarcire il paziente, assistito dall’avvocato Valentina Gasaro.

Avvocato Valentina Gasaro

Le indagini

Le indagini hanno rivelato che la sacca di sangue utilizzata era positiva agli anticorpi anti-HCV. Il Ministero ha tentato di sostenere che la questione fosse soggetta a prescrizione, ma il Tribunale di Potenza, presieduto dal giudice Generoso Valitutti, ha accolto le argomentazioni dell’avvocato, respingendo l’eccezione di prescrizione e confermando il diritto al risarcimento.

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