Si è chiuso il processo a carico del principe Angelo Granito di Belmonte, per la morte di Carlo Fulvio Velardi, il 15enne originario di Napoli morì dopo una caduta dagli scogli dovuta al cedimento di una staccionata di legno. Era l’estate del 2011 quando si verificò la tragedia. La Corte di Cassazione ha annullato le precedenti sentenze di condanna, tra cui quella della Corte d’Appello che aveva dichiarato estinto il reato per intervenuta prescrizioni.
Tragedia di Carlo Velardi: il processo di primo grado
Quella di Carlo Fulvio Velardi fu tragedia immane che sconvolse la comunità locale e distrusse la vita di un’intera famiglia. Belmonte, il principe proprietario della strada privata ma ad uso pubblico dove era ubicata la staccionata, era finito alla sbarra, e per lui era arrivata la condanna di primo grado per non averne controllato l’idoneità ad opporre la necessaria resistenza né provveduto alla manutenzione della stessa. Nove gli imputati, processati in concorso di cause per omicidio colposo.
In primo grado per la morte di Carlo Velardi arrivò la condanna anche per responsabili in diversi periodi dell’Ufficio Manutenzione del comune di Castellabate e un responsabile della polizia municipale di Castellabate. Furono assolti, invece, il responsabile del servizio tecnico della Comunità Montana Alento Monte Stella e tre operai.
Il processo di secondo grado
Dopo 10 anni di processo la Corte d’Appello di Salerno ha riconosciuto la prescrizione del reato per Belmonte. Ora, invece, la Cassazione ha annullato le precedenti sentenze a suo carico. Rimandata invece alla Corte d’Appello di Napoli la posizione di un funzionario del comune di Castellabate.