Traffico illecito di rifiuti e riciclaggio: 11 arresti. Operazione anche nel salernitano

Le accuse: riciclaggio, autoriciclaggio, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di una discarica abusiva

Di Comunicato Stampa

Alle prime ore di stamattina, nelle province di Napoli, Milano, Roma, Brindisi, Isernia,
Chieti, Caserta, Frosinone e Salerno, i militari del Gruppo Carabinieri per la Tutela
Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli,
collaborati nella fase esecutiva dai
militari dei Comandi Provinciali territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a
11 provvedimenti cautelari personali, emessi dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su
richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia dello stesso capoluogo, a carico di
altrettanti imprenditori, titolari di aziende di trasporto e società di intermediazione,
operanti nel settore della gestione dei rifiuti, gravemente indiziati per i reati di attività
organizzata per il traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies c.p.), riciclaggio e
autoriciclaggio (art. 648 bis e ter c.p.), gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica
abusiva (art. 256 commi 1 e 3).

L’indagine

L’indagine che costituisce l’esito di una complessa manovra investigativa, focalizzata sul
fenomeno degli abbandoni di rifiuti speciali pericolosi e non, condotta dal Nucleo
Operativo Ecologico di Salerno e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di
Roma, ha consentito di accertare a carico degli indagati, colpiti dall’applicazione della
misura coercitiva, reiterate azioni finalizzate a porre in essere illecite attività di
smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.

In particolare gli indagati, mediante l’utilizzo di automezzi, all’uopo noleggiati presso
società terza estranea ai fatti, con mezzi fraudolenti, consistenti, da un lato, nella
sostituzione delle targhe di immatricolazione con altrettante targhe riprodotte ed intestate
ad un consorzio di trasporto rifiuti (estraneo ai fatti), dall’altro nella redazione di
formulari di identificazione rifiuti riportanti dati falsi relativi al sito di smaltimento,
ricevevano da ignare società produttrici di rifiuti speciali non pericolosi – in prevalenza
rifiuti urbani misti – e rifiuti speciali pericolosi – in prevalenza miscele bituminose –
provenienti dai rifacimenti dei manti stradali, per una quantità complessiva accertata pari
a circa 7.000 tonnellate, per illegalmente smaltirli, mediante l’abbandono all’interno di un
capannone in provincia di Frosinone (RM), su alcuni terreni agricoli in provincia di Bari e
Brindisi e Lecce, nonché all’interno di una ex area industriale in provincia di Salerno.
La genesi delle indagini veniva occasionata dal rinvenimento, nel Comune di Sora (FR), di
un capannone industriale colmo di rifiuti speciali in balle, costituiti da residui dell’attività
di recupero/trattamento dei RSU. Le successive attività investigative, condotte dalla P.G.
operante, permettevano di individuare le aziende produttrici dei rifiuti e le società di
trasporto responsabili dell’illecito traffico.

Nel dettaglio, le evidenze investigative hanno consentito di suddividere l’indagine in tre
fasi, tratteggiate in relazione alla tipologia e alla destinazione finale dei rifiuti illecitamente
gestiti:

  • una 1^ fase riguarda la gestione di complessive 860 tonnellate circa di rifiuti
    speciali (plastiche e gomme frammiste a residui di RSU), raccolti presso alcune
    imprese campane e illecitamente abbandonati nel citato capannone di Sora (FR),
    regolarmente preso in affitto da uno degli indagati;
  • una 2^ fase riguarda la gestione di complessive 126 tonnellate circa di rifiuti
    speciali (residui del trattamento dei RSU), provenienti da impianti di recupero della
    Campania e della Puglia, successivamente abbandonati in territorio pugliese su
    alcuni terreni e perfino, in una circostanza, nel parcheggio di un supermercato;
  • una 3^ fase, infine, riguarda la gestione illecita di complessive 6.000 tonnellate circa
    di diverse tipologie di rifiuti speciali anche pericolosi, provenienti da produttori di
    area campana, abbandonati lungo arterie stradali secondarie o terreni incolti.
    Gli approfonditi accertamenti investigativi, svolti con la predisposizione di specifici
    servizi di osservazione, controllo e pedinamento e attività di intercettazioni telefoniche ed
    ambientali, permettevano di individuare tutti i componenti del sodalizio criminale.
    Circa 7.000 (settemila) tonnellate sono state le quantità stimate di rifiuti smaltiti mediante
    attività di abbruciamento, interramento e occultamento in aree agricole e capannoni
    industriali, che avrebbero consentito agli indagati di trarne un ingiusto profitto per un
    importo complessivo stimato in circa 1.000.000,00 Euro.
    Le somme così introitate, al fine di occultarne la provenienza illecita, erano poi oggetto da
    parte degli indagati di illecite operazioni finanziarie di riciclaggio.
    Oltre ad eseguire le 11 ordinanze di custodia cautelare in regime di arresti in carcere e
    domiciliari, venivano altresì sequestrate le quote delle nr. 2 società, i cui titolari sono
    ritenuti tra i principali organizzatori del traffico di rifiuti. Nel corso delle indagini erano
    già stati sequestrati il capannone di Sora (FR), alcuni rimorchi carichi di rifiuti
    abbandonati in una area di parcheggio di un supermercato di Mesagne (LE) e una ex area
    industriale nel Comune di Pontecagnano.

L’odierna operazione si inserisce nell’ambito di una più ampia manovra che l’Arma dei
Carabinieri, attraverso i Reparti speciali per la Tutela Ambientale, ha adottato nell’azione
di contrasto alla criminalità organizzata ambientale e nelle attività di prevenzione degli illeciti
ambientali e del traffico di rifiuti sul territorio nazionale e comunitario.
È d’ obbligo rilevare che gli odierni indagati e destinatari della misura restrittiva, sono,
allo stato, solamente indiziati di delitto, pur gravemente, e che la loro posizione sarà
definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata in
giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

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