Presso il Tribunale di Vallo della Lucania è iniziato il processo all’infermiere dell’ospedale “San Luca” accusato di truffa allo Stato. L’uomo, 65enne originario del Golfo di Policastro, marcava il suo badge nelle strutture ospedaliere di Sapri, Polla o Sant’Arsenio, ma non in quella del nosocomio dove era in servizio. In questo modo, secondo l’accusa, riusciva ad accreditarsi un’ora in più di lavoro al giorno e a guadagnare sui rimborsi.
Le indagini
L’azienda sanitaria di Salerno sarebbe la parte offesa in questo caso: ha erogato all’infermiere oltre seimila euro per indennità chilometriche che, secondo l’accusa, non erano dovute.
Le indagini sono iniziate nel 2019 per un presunto danno causato dalla truffa che si è verificata tra il 2015 e il 2018. Durante questo periodo, l’imputato seguiva un corso presso il campus universitario di Fisciano e timbrava il badge lungo il percorso di andata e ritorno per accreditarsi un’ora di lavoro in più al giorno.
La tesi accusatoria della procura vallese sostiene che l’infermiere avrebbe messo in atto questo escamotage di “firmare per strada” per procurarsi un ingiusto vantaggio. Firmando in altri presidi dell’Asl, ma non all’ospedale San Luca, l’imputato si accreditava qualche spezzone di strada in più per poi farselo rimborsare.
Le accuse
L’infermiere si sarebbe conteggiato 26 chilometri in più rispetto ai 184 accertati dagli investigatori dell’Arma durante la fase delle indagini. Inoltre, il 65enne avrebbe richiesto il rimborso delle spese per i chilometri percorsi anche quando si trovava in congedo.
Alla prima udienza dinanzi al giudice monocratico di Vallo c’è stata la costituzione delle parti e l’ammissione degli elementi di prova. Alla prossima udienza saranno sentiti i testi compreso nelle liste di accusa e difesa.