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Tartarughe Caretta Caretta, boom di nidi nel Cilento: il 2024 segna un nuovo record

Il 2024 segna un nuovo record per le nidificazioni della tartaruga marina Caretta caretta in Italia.

Comunicato Stampa

26 Settembre 2024

Il 2024 segna un nuovo record per le nidificazioni della tartaruga marina Caretta caretta in Italia. Sono infatti registrati 601 nidi sulle nostre coste, il dato più alto mai raggiunto. Un risultato straordinario, frutto del lavoro costante di monitoraggio e protezione dei nidi svolto da centinaia di volontarie e volontari, grazie anche al progetto Life Turtlenest, cofinanziato dal programma europeo LIFE, che mira a proteggere i siti di ovodeposizione della tartaruga marina sulle coste mediterranee di Italia, Spagna e Francia.

L’elaborazione di Legambiente sui dati di Tartapedia.it, che accoglie le segnalazioni di associazioni e istituti di ricerca, fa emergere subito che in Italia il numero delle ovodeposizioni rispetto al 2023 è aumentato di oltre il 30%: l’anno scorso, infatti, il conteggio di fine stagione era 452.

Boom nel Cilento

La Campania è la terza regione più gettonata da mamma tartaruga (104 nidi), dislocati specialmente nella provincia di Salerno: 66 sono tra i territori di Ascea Marina, Eboli e Marina di Camerota. 19 i nidi in provincia di Caserta tra Castel Volturno, Sessa Aurunca e Mondragone. Trovati nidi anche sull’isola di Ischia e in provincia di Napoli. Un grande risultato ottenuto grazie all’impegno delle diverse realtà presenti sul territorio, che uniscono i loro sforzi nel network collaborativo Caretta In Vista sotto il coordinamento della Stazione Zoologica Anton Dohrn.

Secondo stime indicative, si ipotizza che i nuovi nati di origine campana saranno circa 6.700. In testa alla classifica del boom italiano c’è la Sicilia (190 nidi). Seguono la Calabria (147), la Campania (104), la Puglia (99), la Toscana (24), il Lazio (14), la Sardegna (7), la Basilicata (7), la Liguria (5), il Molise (2), l’Abruzzo (1) e le Marche (1).

Abbiamo sorvegliato 60 km di costa con l’ultraleggero grazie alla collaborazione con il Airpatria Club e il supporto della Regione Campania – commenta Sandra Hochscheid, ricercatrice della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e responsabile scientifico del Progetto Life Turtlenest– ciò ci ha permesso di aumentare il numero dei nidi censite e protetti dai pericoli di inondazione e dell’inquinamento luminoso. La maggior parte dei nidi è stata trovata su spiagge caratterizzate da un’elevata pressione turistica, questo ha il vantaggio che le tracce lasciate dalle femmine nidificanti o dai loro piccoli possono essere notate e segnalate dalle persone; tuttavia, pone anche una sfida immensa per la gestione e la protezione di questi nidi e dei piccoli che emergono, minacciati dall’inquinamento luminoso e dai comportamenti, da parte di chi frequenta la spiaggia, non adeguati alla tutela della specie”.

Il fenomeno a cui stiamo assistendo, è dovuto a una combinazione di diversi fattori. Se da un lato l’aumento delle temperature legato ai cambiamenti climatici ha favorito l’ampliamento dell’areale di nidificazione della Caretta c., dall’altro l’incremento degli sforzi di monitoraggio lungo le coste italiane ha permesso di individuare e proteggere un maggior numero di nidi. Inoltre, i progetti di conservazione della tartaruga marina realizzati negli ultimi 25 anni, grazie al programma di finanziamento europeo LIFE, hanno migliorato in maniera significativa lo stato di conservazione della specie e degli ecosistemi marini.

Proprio quest’anno Life Turtlenest ha lanciato i protocolli “Amici delle tartarughe marine”, ossia dei patti di collaborazione rivolti a Comuni, Aree protette e stabilimenti balneari. Grazie agli accordi tali soggetti si impegnano a rispettare le indicazioni, elaborate e fornite dal partenariato di Life Turtlenest, per una gestione responsabile delle spiagge, potenziali aree di nidificazione delle Caretta c. Sono già centinaia le aree protette e le amministrazioni comunali che hanno deciso di aderire al protocollo, tra le quali Roma Capitale con i suoi 18 km di costa. Altra importante innovazione introdotta dal progetto è la squadra dei Tartadogs, unità cinofile adeguatamente formate per la ricerca delle uova che hanno affiancato il personale esperto.

Le dichiarazioni

Il risultato straordinario di quest’anno è la prova concreta che la sinergia tra istituzioni, associazioni e cittadini può fare la differenza nella protezione della biodiversità dichiara Stefano Di Marco Coordinatore dell’Ufficio Progetti di Legambiente e Project Manager del LIFE Turtlenest. Il progetto ci ha permesso di costruire une vera e propria alleanza con i comuni costieri, gli operatori ecologici che si occupano della pulizia delle spiagge, gli stabilimenti balneari, i turisti e le comunità locali nella convinzione che la tartaruga marina rappresenti non soltanto una ricchezza in termini di biodiversità ma anche una Siamo una vera e propria alleanza. Il periodo di nidificazione delle tartarughe marine coincide infatti con la nostra stagione balneare, un momento in cui il disturbo antropico è molto elevato. Il risultato ottenuto quest’anno, come del resto quello degli anni precedenti, è frutto del lavoro straordinario di tante associazioni e gruppi che, come Legambiente, operano con i propri esperti e volontari per individuare e proteggere i nidi, dal momento della nidificazione fino all’entrata dei piccoli in acqua. Tra questi Tartalazio, Caretta Calabria Conservation, il Centro Recupero Tartarughe Marine del Salento, Tartamare, Filicudi Wildlife Conservation, la Rete regionale per la conservazione della fauna marina della Sardegna, WWF, ARPAT, ARPAL, Delfini del Ponente e molti altri ancora. A tutti loro dobbiamo essere profondamente riconoscenti e grati per l’impegno e la dedizione dimostrati”.

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