Stretta del Consorzio di Bonifica Vallo di Diano: «Chi non paga non irriga»

Un atto di responsabilità ed anche di giustizia nei confronti dei tantissimi agricoltori che non solo usano con accortezza l’acqua irrigua, ma la pagano regolarmente.

Di Federica Pistone
Stretta del Consorzio di Bonifica Vallo di Diano: «Chi non paga non irriga»

“Chi non paga non irriga”. Questo il principio alla base dell’iniziativa tesa a contrastare il problema delle morosità irrigue, intrapresa dall’Amministrazione del Consorzio di Bonifica Vallo di Diano e condivisa all’unanimità dal Consiglio dei Delegati dell’Ente nell’ultima seduta di venerdì scorso.

Il provvedimento

«Abbiamo dovuto prendere di petto questo problema a malincuore – dichiara il Presidente del Consorzio Beniamino CurcioSiamo ben consapevoli dell’importanza che riveste la nostra agricoltura nel contesto locale e siamo altrettanto consapevoli che essa vive un momento di grande sofferenza ed incertezza, subendo il peso dei tanti fattori congiunturali (clima, sfide della transizione ecologica, inflazione, costi alle stelle….) e delle debolezze strutturali (soprattutto frammentazione e difficoltà di accesso al capitale fondiario). Non a caso in passato abbiamo cercato di tendere una mano anche con forme di rateizzazione per risolvere questioni più spinose, ma purtroppo con risultati aleatori. E questo ci ha spinto ad agire in maniera più decisa, ipotizzando anche la sospensione del servizio irriguo in caso di perduranti morosità».

Un decisione, dunque, sofferta, ma necessaria. Un atto di responsabilità ed anche di giustizia nei confronti dei tantissimi agricoltori che non solo usano con accortezza l’acqua irrigua, ma la pagano regolarmente.

«Peraltro sarebbe davvero un paradosso tollerare situazioni di morosità incallite proprio in questa fase che, come Consorzio stiamo profondendo uno sforzo enorme per fare arrivare sul territorio finanziamenti importanti che serviranno per estendere l’irrigazione in aree sprovviste, per migliorare e potenziare gli impianti esistenti e per adeguare il servizio irriguo alle nuove esigenze che vengono proprio dall’agricoltura, che necessita non solo di più acqua in relazione alle ricorrenti siccità ma anche di stagioni irrigue che partano prima e si chiudano più tardi rispetto al passato», conclude Curcio.

Condividi questo articolo
Exit mobile version