I Finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un decreto di perquisizione personale, informatica e locale emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano. L’operazione è stata condotta nei confronti di 13 persone, dodici di nazionalità italiana e una di origini albanesi, residenti in diverse regioni d’Italia e in Germania.
Le persone coinvolte sono state indiziate di essere gli amministratori di canali social che vendevano abusivamente abbonamenti ai palinsesti TV protetti dal diritto d’autore, diffondendo flussi IPTV “pirata” attraverso reti telematiche.
Collaborazione internazionale e operazioni in Germania
Nella città di Francoforte sul Meno, in Germania, sono state condotte operazioni nei confronti di due soggetti italiani, grazie alla cooperazione giudiziaria internazionale coordinata da Eurojust, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale. La Hessischen Polizei – Polizeipräsidium Frankfurt am Main (Polizia di Stato dell’Assia – Questura di Francoforte sul Meno) ha collaborato emettendo un Ordine di Indagine Europeo su richiesta dell’Autorità giudiziaria di Milano.
Sequestro di risorse e proventi illeciti
Durante l’operazione, è stato eseguito anche un decreto di sequestro di 60 risorse della piattaforma di messaggistica Telegram e di un sito web utilizzati per l’attività illecita legata all’IPTV “pirata”. Sono state violate le norme sul diritto d’autore. Inoltre, sono stati sequestrati proventi illeciti per un valore superiore a 620.000 euro. Questi proventi sono stati rintracciati grazie alle indagini finanziarie condotte sui conti aperti dagli indagati su piattaforme di servizi di pagamento digitale e di trasferimento di denaro tramite internet, nonché su account detenuti presso exchange gestori di criptovalute.
L’architettura organizzativa del network illecito
Gli organizzatori del sistema illegale hanno utilizzato un canale Telegram chiamato “Impero IPTV” come principale luogo di incontro virtuale.
Dopo aver creato un bouquet di canali, i responsabili hanno offerto abbonamenti illegali a prezzi competitivi, che variavano tra i 10 euro al mese e i 90 euro all’anno. I pagamenti venivano dirottati su carte di credito prepagate o piattaforme web di pagamento. Grazie alle investigazioni tecniche e allo studio della piattaforma di messaggistica Telegram, le Fiamme Gialle delle Unità Speciali sono riuscite a ricostruire l’architettura organizzativa del network illecito, evidenziando una struttura “piramidale”.