Il Parlamento Europeo nella giornata del 14 febbraio scorso ha approvato, con 340 voti favorevoli, un accordo sugli obblighi di riduzione di emissioni di CO2 per automobili e veicoli come furgoni. Per cui, entro il 2035, la quantità di emissione dei nuovi veicoli immatricolati dovrà essere ridotta a zero. Questo passaggio, sebbene fondamentale per il clima, trova un’Italia ancora impreparata nella stragrande maggioranza delle zone extra-urbane.
L’Italia, infatti, nonostante la sua posizione di vantaggio rispetto ad altri Paesi Ue, per la presenza diffusa di colonne di ricarica, resta comunque un Paese dove l’acquisto di auto elettriche è estremamente ridotto.
La situazione del Cilento
A prova di quanto precedentemente affermato, il Cilento, è una delle zone dell’Italia in cui si è poco pronti per affrontare questo cambiamento. Sebbene, negli ultimi anni, alcuni comuni (come quello di Vallo della Lucania o di Pisciotta) abbiano adottato delle politiche green attraverso l’installazione di colonnine per la ricarica di auto elettriche, le risorse scarseggiano.
Vi è una presenza molto ridotta di distributori di metano che, associata alla carenza di colonnine per la ricarica di auto elettriche, permette di valutare soltanto due opzioni: ricaricare l’auto in casa oppure optare per il GPL.
Di fronte alle difficoltà primarie che il nostro Paese ha, sia a livello di fondi sia di produzione, nel portare sul mercato veicoli elettrici, i problemi dei piccoli comuni si fanno sempre più crescenti.
Per restare al passo con l’UE entro 12 anni, il Cilento dovrà raggiungere degli obiettivi ambientali in maniera rapida e definitiva e, oltre alla predisposizione del territorio, anche i cittadini dovranno essere ben disposti. Nell’attesa che vi sia un efficientamento energetico e una quantità di risorse sufficiente, non resta altro che limitare al massimo gli spostamenti con l’auto e prediligere scelte green nella quotidianità.