Sondaggio: “se la ex rifiuta un lavoro stabile, addio all’assegno di mantenimento.” D’accordo?

Una sentenza della Corte di Cassazione introduce importanti novità sul divorzio. Ecco come avete risposto al nostro sondaggio social

Di Chiara Esposito

Ma un assegno di mantenimento, può essere messo in discussione dopo il divorzio? Si.
La corte di Cassazione, lo scorso 23 gennaio, ha infatti emesso una sentenza storica che mette in dubbio il versamento dell’assegno allorquando l’ex coniuge rifiuta proposte lavorative stabili senza valide giustificazioni.

La sentenza

Il caso è emerso a seguito della sentenza riguardante un’ex coppia di Ancona, con un assegno divorzile inizialmente stabilito per 48mila euro annui, del quale l’ex marito aveva chiesto una revoca.

All’ex moglie veniva contestata in primis una relazione stabile, ma anche il rifiuto ad una proposta lavorativa seria, che prevedeva un reddito da 32mila euro annui, oltre che di una polizza assicurativa a suo nome per ottenere una pensione integrativa.

Pa decisione dei giudici

Per i giudici, ad aver ragione è il marito. Pertanto la sentenza di secondo grado è stata annullata ed è stato disposto un processo d’appello bis.

Ma attenzione, non per quanto riguarda la nuova relazione della donna, in base alla quale secondo i giudici la revoca non può scattare automaticamente.

Anche i nostri utenti, sono pienamente d’accordo per l’85% .

Questa si colloca come una nuova e importante modifica a quelli che sono i principi regolatori gli assegni di divorzio.

Recentemente anche un’ altra recente sentenza in tema, ha stabilito che l’assegno di mantenimento dopo il divorzio può essere revocato a chi effettua «spese voluttuarie», ma anche a chi anziché di lavorare dedica il suo tempo allo svago, agli acquisti non necessari e passa le giornate in palestra invece di cercarsi un’occupazione.

E tu, cosa ne pensi? Dillo nei commenti.

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