Il sistema sanitario italiano continua ad essere sempre argomento di forte dibattito, sia esso politico che non. Ritardi e malasanità sembrano essere due dei principali motivi per i quali, gli italiani dimostrano continua sfiducia. A caricare il peso sono poi i pareri non sempre favorevoli di alcuni istituti di ricerca sul sistema sanitario italiano, che evidenzia una forte non eterogeneità tra le varie regioni, in termini di aspettativa di vita in buona salute.
Prendendo spunto da alcuni dati, nel 2023 la spesa sanitaria è aumentata del 2,8% rispetto al 2022, in termini assoluti di 3.631 milioni di euro, nel 2024 scenderà a 132.946 milioni di euro (-1,3%), per poi risalire nel 2025 a 136.701 milioni (+2,8%) e a 138.972 milioni (+1,7%) nel 2026.
Secondo Gimbe, quindi, si va “verso il baratro” a causa del crollo del rapporto tra spesa sanitaria e pil. Il Presidente della Fondazione, infatti commenta: “È del tutto evidente che l’irrisorio aumento della spesa sanitaria di 4.238 milioni di euro (+1,1%) nel triennio 2024-2026 non basterà a coprire nemmeno l’aumento dei prezzi, sia per l’erosione dovuta all’inflazione, sia perché l’indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo”.
I risultati del sondaggio
Abbiamo così chiesto ai nostri utenti, se per esami e visite, si riferiscono alla sanità privata o a quella pubblica. Ebbene, il 69% preferisce affidarsi a quella privata. La causa? Le prescrizioni prescritte dai medici non si riescono ad avere in tempi adeguati. Secondo gli ultimi dati infatti, (Ragioneria di Stato), la spesa di tasca propria degli italiani, è passata dai 34,85 miliardi di euro del 2019, ai 37 miliardi del 2021.
Antonio ci dice: “Perché dovrei mai attendere i tempi della sanità pubblica con il rischio di morire? Risonanze a 6 mesi, interventi per malati oncologici ritardati. Roba da pazzi”.
Le ultime novità
Intanto se le stime previsionali della Nadef 2023 sulla spesa sanitaria 2024-2026 non lasciano affatto intravedere investimenti da destinare al personale sanitario, molteplici sono invece le novità previste nel contratto siglato da Cgil, Cisl, Uil, Aris e Aiop. Dopo 14 anni di attesa, infatti, nell’accordo siglato si parla di permessi retribuiti, tra i quali il diritto a 12 ore annue per viste mediche ed esami diagnostici, un fondo a carico delle aziende per la formazione e l’aggiornamento professionale e nell’orario di lavoro risultano garantiti 14 minuti di tempi di vestizione e svestizione.