Si torna a scavare nell’area archeologica di Monte Pruno

Anche quest'anno si svolgeranno attività di scavo nell’area di Monte Pruno. Nelle prossime settimane, infatti, gli studenti dell’Università Federico II saranno sul territorio per effettuare ricerche sul posto.

Di Luisa Monaco

Anche quest’anno si svolgeranno attività di scavo nell’area di Monte Pruno. Nelle prossime settimane, infatti, gli studenti dell’Università Federico II saranno sul territorio per effettuare ricerche sul posto. Già da alcuni anni il Comune di Roscigno ha stipulato un accordo di collaborazione con l’ateneo napoletano e la Bcc di Monte Pruno finalizzato ad effettuare studi nella zona dove tra il VII e il III secolo avanti Cristo sorse un insediamento enotrio e lucano.

Le attività in programma

Quest’anno le attività si svolgeranno dal 4 giugno al 2 luglio. Parteciperanno circa 10-15 studenti. Il Comune alburnino metterà a disposizione un contributo di 2000 euro.

Il sito di Monte Pruno a Roscigno

L’area di Monte Pruno sotto il profilo storico è di grande rilievo. Nei primi anni del 1900 furono già individuati diversi reperti e nel 1938 anche una tomba principesca con un ricco corredo sepolcrale, conservato presso il museo Provinciale di Salerno.

Ulteriori ricerche sono state eseguite negli anni ’80, nell’ambito di un programma di studio dell’Università di Napoli. Più di recente, su sollecitazione dell’amministrazione comunale guidata da Pino Palmieri e grazie a fondi Fesr Campania sono state eseguite nuove attività sul territorio, in collaborazione con la Cattedra di Archeologia della Magna Grecia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che hanno documentato un’occupazione del sito da parte di genti indigene dall’VIII alla fine del V secolo avanti Cristo, quando, con l’arrivo dei Lucani, si realizzò un processo di rifunzionalizzazione e di monumentalizzazione di tutta l’area.

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