Sessa Cilento, l’assessore Santoro: “Campagna del fango della minoranza contro la mia persona”

Santoro ha esordito con l’affermare che durante un consiglio comunale sarebbe stato aggredito verbalmente e perfino fisicamente da un consigliere dell’opposizione

Di Antonella Agresti

Con un lungo post pubblicato su Facebook l’assessore Antonio Santoro ha risposto ad una parte delle accuse mosse dalla minoranza nel manifesto affisso la scorsa settimana. L’esponente dell’amministrazione Botti – ex vicesindaco – non si è espresso sui temi del bilancio, delle quote del canone Rai non versate all’Agenzia delle Entrate e sulle altre questioni amministrative sollevate dall’opposizione, ma ha risposto nel merito di quella che definisce una vera e propria “campagna del fango” contro la sua persona.

Le affermazioni di Santoro

Santoro ha esordito con l’affermare che durante un consiglio comunale del dicembre 2022 sarebbe stato aggredito verbalmente e perfino fisicamente da un consigliere dell’opposizione. Dell’episodio esisterebbe documentazione video, tuttavia l’assessore avrebbe scelto di non denunciare per “non sottrarre tempo alle autorità competenti e non alimentare un clima di scontro, stupido e inutile.”

L’assessore è passato poi alla vicenda che aveva riguardato l’attribuzione di un incarico di 38.000 euro affidato dal Piano di Zona di Vallo della Lucania ad una società da lui rappresentata. Santoro non ha esitato a definire la ricostruzione della vicenda una “polemica agitata ad arte” con il supporto di “giornalisti compiacenti” (facendo bene attenzione ad utilizzare il termine giornalisti in maniera sarcastica e tra virgolette). “In realtà quell’incarico non è mai stato perfezionato (io e i miei collaboratori abbiamo comunque con piacere supportato gratuitamente per 6 mesi il Piano di Zona, causando una perdita alla società)” – ha affermato Santoro proseguendo – “ va sottolineato che l’ipotetico incarico fosse un mero atto di gestione che in alcun modo riguardava l’attività politica e amministrativa del Comune di Sessa Cilento e per il quale nessuna autorità ha segnalato conflitti d’interesse né reali né potenziali.”

Il post

L’amministratore di Sessa Cilento ha concluso il suo post facendo riferimento a quella che l’opposizione aveva definito “questione Bando Borghi”. Una società di cui Santoro ha fatto parte fino allo scorso aprile, infatti, risulta beneficiaria di un finanziamento di 75.000 euro. “Siccome l’attività di amministratore è pressoché volontaristica (l‘indennità mensile del Vicesindaco è di 165 euro) si vuole per caso discutere su come dovevo all’epoca gestire anche il mio lavoro e se potessi o meno pensare di realizzare un’attività imprenditoriale nel mio Comune accedendo a finanziamenti aperti a tutti e che non c’entrano niente con l’attività di amministratore? Questo è un tema politico? A me pare solo una strumentalizzazione e l’ennesimo tentativo di gettare fango sulla mia persona e sul mio lavoro” ha spiegato Santoro, ribadendo più volte che il Comune ha un ruolo ininfluente nell’attribuzione dei fondi.

L’assessore ha colto anche l’occasione per rispondere ad un’altra polemica sollevata dall’opposizione in occasione della ricorrenza del Corpus Domini. Lo scorso 2 giugno, infatti, Santoro ricopriva ancora la carica di vicesindaco, ma né lui né il primo cittadino Gerardo Botti avevano preso parte – come di consueto – alla processione che aveva interessato le due comunità di Sessa e San Mango Cilento. Dalla minoranza tale assenza era stata interpretata come una grave mancanza di rispetto sia nei confronti dell’istituzione religiosa che dei cittadini.

Santoro ha così replicato: “Ritengo che il ruolo di amministratore non ponga alcun obbligo di partecipazione alle manifestazioni religiose e che la non partecipazione di un amministratore non rilevi alcuna mancanza di rispetto verso nessuno” concludendo “orientamenti e scelte religiose, così come quelle sessuali, di vita o il modo in cui le persone si comportano nell’ambito della propria famiglia sono questioni che non dovrebbero interessare la sfera pubblica né essere strumentalizzate a fini politici.

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