Serie D: il “pagellone” di Natale della Gelbison

Di Carmine Infante

Mercoledì 20 il Girone H di Serie D è arrivato al giro di boa, con il Team Altamura al comando e il Gallipoli a fare da fanalino di coda. Bocce ferme fino al 7 gennaio e società attivissime sul mercato, non si sono festività che tengano per le società in cerca di rinforzi. Tra un innesto e l’altro, si può abbozzare una pagella provvisoria sulle dirigenze, i calciatori e gli allenatori delle Cilentane. Di seguito tutti i promossi e i bocciati del “primo quadrimestre” di Gelbison.

Le pagelle della Gelbison

La dirigenza: 6

Un voto d’incoraggiamento all’impegno di Puglisi. Del resto sarebbe ingeneroso dare un’insufficienza a chi profonde tanto impegno per i successi di una squadra senza tifosi, senza stadio e priva di qualsivoglia sostegno istituzionale. Si pensi all’ultimo “esilio” al “Carrano”. La gestione sportiva di Puglisi e Pascucci, però, è stata deludente sul piano sportivo. Cinque sconfitte di fila e un punticino sopra la zona retrocessione. I sogni di professionismo si sono già arenati, ormai l’obiettivo è una salvezza tranquilla. Il Puglisi del miracolo Serie C quest’anno è stato più munifico che magnifico, sempre coraggioso a metterci la faccia, ma troppo avventato in alcune scelte. La decisione di offrire carta bianca a Monticciolo nella selezione dei calciatori si è rivelata una debacle. Press., la prossima volta pieni poteri a un mister solo se trova l’erede di Sir Alex Ferguson!

L’allenatore: 3

Qui la media va fatta tra Monticciolo ed Erra. Gestioni diverse a livello comunicativo, ma risultati deludenti per entrambi. Il toscano, per la verità, qualcosa di buono l’ha fatto, ma la rosa era stata confezionata come un vestito artigianale, cucita su misura per il suo 352. La generosità e la fiducia della società si sono perse in interminabili scuse “mazzarriane”. Tra squadre fortissime e compagini “scarse, ma con il coltello tra i denti” ogni prestazione negativa veniva presto giustificata. Il passaggio a Erra è stato inutile finora. Quando arriva una nuova guida tecnica ci si aspettano grandi cambiamenti o quantomeno qualche variazione. Tuttavia, Erra ha mutato poco, anzi nulla. Del resto “in diciannove giorni si può fare poco” (parole sue). Forse cambiando si poteva fare qualcosina in più, di certo era difficile fare peggio di 5 sconfitte su 5 partite.

Il top: Antonio Croce 8

Il capitano è un cecchino. Se ha la palla buona non sbaglia mai. Anzi, come re Mida, quando è in giornata trasforma in oro tutto ciò che tocca. A 38 anni non si possono pretendere strappi in velocità. Croce dà anche garanzie sull’interpretazione del ruolo da capitano. A tesserne le lodi in merito proprio patron Puglisi, uno che non si perde in carinerie.

Il flop: Nicolas Bubas 4,5

Qui la lista sarebbe davvero lunga, roba da sforare il numero di parole di un buon articolo giornalistico. Molti hanno deluso. Per tanti la gioventù può essere una valida attenuante. Nicolas Bubas, invece, non può sfuggire al giudizio negativo. Qualche goal, aggiunto a sparuti colpi di classe, non può essere il giusto contrappeso alle alte aspettative. All’argentino si chiedeva di essere una punta di diamante della squadra, in coppia con Croce a formare un attacco stellare. In questa prima parte di campionato Nicolas sembra l’ombra sbiadita del calciatore che è stato.

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