A far crescere l’amarezza, nella Città di Salerno, questa volta, non è solo il dover registrare il nuovo, ennesimo, atto vandalico compiuto da ignoti ai danni di un murale. Ma che quelle scritte siano andate a sfregiare, oltre che una parete, anche la memoria e il ricordo che quell’opera rappresenta. Una brutta sorpresa per i cittadini salernitani che hanno visto imbrattato il murale dedicato a Giancarlo Siani, il giornalista napoletano assassinato dalla camorra nel 1985.
Inaugurata poco più di un anno fa, il 3 maggio 2023, l’opera realizzata dagli artisti Mc-Nenya (Stefano Santoro) insieme ad Amed (Giuseppe De Martino) nei pressi del centro sociale, è finita nel mirino dei vandali. A denunciare quanto accaduto è la cooperativa “Il Villaggio di Esteban” che aveva voluto la realizzazione del murale e che cura il progetto giornalistico-sociale “Paperboy” con la collaborazione di Retake Salerno. Scritte offensive hanno imbrattato i disegni e il volto del “giornalista giornalista”.
Durissima la condanna da parte della cittadinanza che guarda al murale non solo come un simbolo di libertà di stampa e vero giornalismo, ma anche esempio concreto della riqualificazione della zona. Nulla di irrimediabile, fortunatamente, visto che le scritte sono state realizzate con un gesso bianco. Ma la bravata sottintende mancata conoscenza. Ignoranza, a dirla tutta.
Tanto che dai ragazzi di PaperBoy arriva l’appello agli imbrattatori: “La vostra ignoranza (che non è mai la causa, bensì una conseguenza) vorremmo colmarla invitandovi a venirci a trovare in redazione, saremo ben felici di spiegarvi chi era Giancarlo Siani“. A far loro eco anche Gianmarco Siani, nipote del giornalista assassinato e presidente della Fondazione a lui dedicata: “Se dovessero venire veniamo volentieri anche noi per raccontare la storia di Giancarlo”.