Salerno, lite familiare finisce in un bagno di sangue: arrestato un giovane indiano

si era recato al pronto soccorso dell’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno con gravissime ferite inferte al polso e all’ascella

Di Comunicato Stampa

Nella serata del 26 luglio scorso, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Salerno nei confronti di un ventiseienne, cittadino indiano, gravemente indiziato del reato di tentato omicidio, commesso lo scorso 10 luglio in danno di suo cognato, ventiduenne, anch’egli cittadino indiano, il quale, nella stessa sera, si era recato al pronto soccorso dell’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno con gravissime ferite inferte al polso e all’ascella.

Le indagini

Il fermo è stato disposto a seguito di quanto emerso dalle attività di indagine, immediatamente avviate ed espletate dalla Squadra Mobile, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Salerno, che hanno consentito di acquisire, anche mediante l’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, elementi indiziari a carico del suddetto cittadino indiano che saranno sottoposti, nei termini processuali previsti, alla convalida ad opera del giudice per le indagini preliminari.

In particolare, il fermato è accusato di aver tentato di uccidere il cognato a seguito di una lite scaturita per questioni economiche, dapprima, sparandogli con una pistola puntata al petto e, solo dopo la mancata esplosione dei colpi (a causa del probabile inceppamento dell’arma), colpendolo conun kirpan (pugnale indiano utilizzato dai sikh) di grosse dimensioni, sferrando violenti fendenti rivolti alla testa; la vittima, nel tentare di difendersi alzando il braccio a protezione del capo, ha parato i colpi mortali, che hanno, tuttavia, causato la quasi totale amputazione dell’arto, salvato grazie ad un lungo e complesso intervento chirurgico eseguito in urgenza presso l’Ospedale “Pellegrini” di Napoli.

Il provvedimento

Il provvedimento di fermo in questione si è reso necessario, altresì, per il concreto pericolo che l’indagato potesse darsi alla fuga, anche a seguito del semplice rientro nel paese di origine, nonché dal rischio di possibili ulteriori aggressioni nei confronti della vittima, che di recente era stato dimesso dall’ospedale ove era stato ricoverato e operato d’urgenza. Le indagini hanno, inoltre, consentito di appurare la totale estraneità ai fatti di un giovane tunisino, che aveva accompagnato il ferito all’atto dell’accesso al pronto soccorso, confermando la versione che il medesimo aveva fornito nell’immediatezza agli operatori delle volanti dell’U.P.G.S.P. e della Squadra Mobile, intervenuti presso l’ospedale a seguito di chiamata al 112 NUE.

In occasione della perquisizione effettuata sia presso il domicilio che presso il luogo di lavoro del fermato sono state rinvenute numerose armi bianche, tra cui il kirpan verosimilmente utilizzato come arma del delitto.

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