Salerno Danza Festival: le ultime 4 date al Giardino degli Ulivi di Ascea

Nuova residenza, nuova linfa, nuova magia. Salerno Danza Festival si sposta al Giardino degli Ulivi di Ascea.

Di Comunicato Stampa

Nuova residenza, nuova linfa, nuova magia. Salerno Danza Festival si sposta al Giardino degli Ulivi di Ascea. Qui, palcoscenico a cielo aperto tra alberi secolari, luci naturali del tramonto rosso e sottofondo di cicale, le ultime quattro date dell’edizione 2023 edizione 2023 dell’evento dedicato ai linguaggi della danza contemporanea.
Venerdì 21 luglio, il sipario si apre sul Balletto Teatro di Torino in “Play_Bach”. Il coreografo Manfredi Perego ha basato il suo lavoro sulla risonanza dinamica ed emotiva che la musica di Bach crea, ma anche sulla sua giocosità intrinseca.
La partitura musicale permette un viaggio emotivo, ludico, che porterà i danzatori in aree di ascolto corporeo differenti.

Gli spettacoli

A seguire Contart in “24,42”, due numeri pari, cifre palindrome che rappresentano due cicli: uno inizia, si innalza, l’altro lo raggiunge, decresce e conclude. Sono la giovinezza e la maturità che si incontrano nei cieli profondi della consapevolezza. Un’anima, fatta a pezzi, si veste del ricordo e guarda indietro alle età della sua vita: il tempo dell’incoscienza, l’oro del sogno, il cicaleccio barocco delle intenzioni, i buoni propositi.

Il 22 triple bill: si comincia con un’anteprima nazionale, quella di BorderlineDanza in “Romeo e Giulietta”, nuova creazione di Claudio Malangone con la musica originale di Alessandro Capasso. Due giovani, un uomo e una donna, incarnano il mito shakespeariano di Romeo e Giulietta. L’azione si svolge in un unico luogo disseminato da sedie. Non ci sono indicazioni temporali, presumibilmente siamo ai giorni nostri. Romeo e Giulietta si scoprono. Immersi in questo nuovo spazio relazionale dove, di fatto, tutto sembra possibile, non ci sono solo i due giovani ma anche la cerchia esterna delle loro famiglie. Anche se non sono presenti in scena, queste impongono alla coppia una serie di regole sociali che imbrigliano il rapporto d’amore sin dall’inizio in un campo di impossibilità. Il gioco d’amore si scopre quindi come un gioco immediatamente serio, una cosa “da grandi” alla quale si arriva impreparati.

Le dichiarazioni

«Il riconoscimento amoroso è un processo allo stesso tempo serio e giocoso dove si esprimono il desiderio, il consenso, la paura (di essere rifiutati, di non piacere, di essere traditi, di essere illusi) il sogno e l’idealizzazione che acceca i giovani impedendo loro di restare ancorati alla realtà», spiega il coreografo Claudio Malangone.

L’amore diventa una challenge giovanile: agli occhi delle famiglie, una bravata, agli occhi di Romeo e Giulietta, la rappresentazione della propria libertà. Il punto di svolta si raggiunge quando le pressioni attorno alla coppia sono troppo forti, ma qui, rispetto alla vicenda narrata da Shakespeare, è possibile un altro finale: il suicidio non riguarda più i protagonisti e la loro vita terrena, ma il loro sentimento, che li abbandona e li lascia svuotati, come due amanti che si sono a lungo baciati, ma solo attraverso un velo.

Il programma

A seguire Across Oceans Arts in “Nine Bronze Pieces” di Maxine Heppner (Canada): riverberi, vibrazioni, impulsi. Dolcezza del vento di bambù. Melodie di ossa. Quando un uomo allunga la mano per aiutare una donna ad alzarsi dal pavimento, la loro energia combinata si mescola nei palmi delle loro mani.

A seguire ancora, la restituzione al pubblico dei laboratori con Maxine Heppner
e Matteo Bittante
: in entrambi i casi un’esperienza dedicata alla comunità, un momento unico per incontrare la danza in un luogo aperto, inclusivo e libero alla partecipazione.

Salerno Danza Festival, ideato dal CDTM – Circuito Campano della Danza, realizzato con il riconoscimento del MIC (che ha inserito Salerno Danza Festival nella sua programmazione triennale) e il sostegno di Regione Campania, per la direzione artistica di Luigi Aruta, si concluderà il 28 e 29 luglio sempre al Giardino degli Ulivi di Ascea.

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