Talvolta il punteggio di una partita di calcio può essere bugiardo, di certo questa sera è troppo severo. Nel raccontare questa partita si deve precisare che si è composta di due frazioni, quella in cui Lautaro e Mkhitaryan sono stati seduti in panchina e quella in cui i due hanno schiantato i Granata. Nella prima “partita” la Salernitana ha espresso il miglior calcio della stagione e avrebbe meritato il vantaggio, grazie alla complicità del senso di “vertigine” della capolista. Dal minuto 54′, però con l’ingresso del capitano gli ospiti hanno ritrovato la rotta, facendo emergere i noti limiti del terzetto difensivo di Sousa.
Le scelte tecniche
Sousa perde il capitano Candreva, ma ritrova Daniliuc e soprattutto Dia. Rispetto alla formazione della scorsa partita viene avanzato Martegani sulla trequarti e spostato Kastanos sull’esterno. Ecco l’unidici completo: Ochoa; Daniliuc , Gyomber, Lovato; Kastanos, Bohinen , Legowski, Martegani , Bradaric; Cabral, Dia. Risponde con il 352 mister Inzaghi: Sommer; Pavard, De Vrij, Acerbi; Dumfries, Klaasen, Calhanoglu , Barella, Carlos Augusto; Thuram, Sanchez.
La prima frazione
Primo tempo frizzante allo stadio Arechi, con continui ribaltamenti di fronte sembra un’altra Salernitana quella che affronta l’Inter. I Nerazzurri spaventano un paio di volte il pubblico di casa, con buoni traversoni. Tuttavia, Dumfries e Sanchez non trovano la via del goal. Verso il quindicesimo, però, i Granata riprendono il campo e iniziano a coinvolgere i trequartisti e Dia nella manovra. Il 352 di Inzaghi sembra soffrire le combinazioni strette. Sono almeno tre le occasioni nitide. Una al ventunesimo sul piede Dia che sciupa. L’altra con Cabral che brucia Pavard, ma calcia alto. È poi sfortunato Kastano che rientra e calcia col mancino: il colpo della casa esce di poco. Nel finale una buona uscita di Klassen mette in crisi la difesa dei Cavallucci, che riesce a respingere in extremis . Abisso manda tutti a riposo. Kastanos suona la carica ai microfoni di Sky: “Ci servono punti dobbiamo giocarla fino alla morte”.
La ripresa
L’Inter cerca di trovare il vantaggio con le sue fitte trame, ma la Salernitana riesce ad annichilire ogni ispirazione dei centrocampisti Nerazzurri. Quando i Granata rientrano in possesso palla, pur non costruendo occasioni lapalissiane, sembrano poter colpire da un momento all’altro. Inzaghi si accorge che l’aria di Salerno sta per farsi indigesta e chiama il triplo cambio. Fuori Chalanoglu (ammonito e deludente), Sanchez e Klassen (ispirati ma poco concreti). Dentro Lautaro, Aslani e Mkhitaryan. E’ il minuto 54′: momento spartiacque del match. Mette i tacchetti sull’arena la bestia nera dei Granata. L’Inter inizia subito a guadagnare metri, soprattutto con le palle lunghe spedite direttamente sulle punte. Al 67′ Thuram si mangia Lovato in progressione, mettendo la palla in mezzo. Lautaro è lestissimo ad anticipare di un soffio Ochoa e a scavalcarlo con un lob delizioso. Pochi minuti e Legowski illude il popolo dell’Arechi: ben servito da Martegani mette dentro. Annulla tutto il var per fuorigioco. Al 77 mette in rete la sfera ancora Lautaro, servito da Barella. Cala il sipario. Di lì in poi la Salernitana si sfilaccia e l’Inter passeggia sul prato con le sue manovre avvolgenti. Chiude le speranze sempre Lautaro prima dal dischetto, poi ancora con un inserimento a fari spenti, calando il suo poker personale.