Il sindaco di Salento, Michele Santoro, ha rilasciato un comunicato stampa per chiarire la sua posizione riguardo alla rimozione di alcune mattonelle con su impresse delle poesie affisse sulle pareti del Comune. Secondo il primo cittadino, la decisione di pulire le pareti non è stata presa per dabbenaggine o per punire i predecessori, ma per rispettare il decoro di un’istituzione pubblica.
“È cosa certa che non in me, neo eletto Sindaco del Comune di Salento, né in ciascuno dei Consiglieri chiamati con me all’amministrazione del Comune, né in ognuno degli elettori tutti, in nessuno, dunque, dimorano la non curanza o, peggio ancora, il disprezzo nei confronti di qualsivoglia espressione artistica, ci mancherebbe – spiega – L’ebrezza intellettuale, nutrita dall’autoreferenza, da ieri mattina piccona, essa sì, con incessante veemenza, perseguendo il deprecabile fine di fratturare la società civile, sì da creare un contesto in cui gli pseudo-intellettuali, rimarco, saccenti ed autoriferiti, non respirino la stessa aria dei trogloditi ignoranti. Questo solco, sagacemente tracciato, non ha mancato di acquisire sempre maggiore profondità con il chirurgico impiego di vari detti poeti”.
Santoro ricorda che quando le poesie furono affisse per la prima volta, molti cittadini protestarono definendole imbrattanti e indecorose, in quanto ritenute profanatrici delle lapidi che commemorano i caduti. Dalla popolazione, rammenta il primo cittadino, “si levarono alte le proteste di coloro che gridarono allo schifo. Sì, era il termine maggiormente usato da tutti, che prontamente giudicarono quelle mattonelle imbrattanti ed indecorose, per essere queste profanatrici delle Lapidi che ad imperitura memoria dei Caduti sono ospitate sulle medesime pareti. Inoltre, si intende sottolineare che in ossequio al citato decoro, si sceglie la pulizia delle pareti quale elemento fondante del rispetto che si deve ad una sede Istituzionale. Questo quanto si doveva al principio di verità che ha alimentato la nostra decisione. E qui si precisa, ugualmente a gran voce, che le speculazioni armate ad arte dall’indomito teatrante, palesano ulteriormente una pomposa esaltazione ben conosciuta”.
E precisa: “Mai, in seno a questa Amministrazione, ha neppure germogliato, il proposito di distruggere questi componimenti; è stato, invece, sempre fulgido l’intendimento di rimuoverli da quel luogo in ragione di quanto espresso, e di collocarli in altro sito, non mortificando in alcun modo la libertà di quanti scelgano di conoscerle ed apprezzarle. È dunque, un polverone su cosa?”
Infine, Santoro respinge le speculazioni di coloro che hanno definito la sua decisione come una “pomposa esaltazione” e lancia una stoccata al poeta Menotti Lerro che tramite i social non ha risparmiato dure accuse: “si ravvisa l’esigenza di sottoporre un elemento alla valutazione di tutti, inclusi i poeti che, da ieri, non mancano dal dichiararsi oltraggiati da un cavernicolo, non lesinano di impartire grossolane lezioni intorno al senso di umanità e di purezza che sono, lo sappiamo bene anche noialtri, linfa vitale per il significato che l’esistenza di ogni individuo dovrebbe inseguire; non mancano, altresì, con in testa il buon Davide Rondoni, di unirsi al pianto di dolore del nostro Menotti Lerro, il quale, poeta, con queste parole ebbe a comunicare la solidità del suo titolo ad una ragazza che ieri partecipava al dibattito mediatico: sì, intanto mi chiami dottore! Date le mie 4 lauree e insegnamento universitario per diversi anni. Lei continui a picconare la terra… (credo che nello specchio lo ha visto il nulla cosmico…). Ora per favore non rompa più, vada a leggere topolino che forse impara qualcosa…”.
“La bassezza del Sindaco Michele Santoro mi stupisce ogni giorno di più. Addirittura mette in atto questo patetico attacco impacchettato a dovere – estrapolando una mia risposta da un dibattito su Facebook – che ho dato ad una persona impertinente e maleducata che mi ha offeso per prima e senza ragione in decine e decine di messaggi. Il Sindaco, però, scorrettamente e “furbamente” (si fa per dire) e pateticamente – dato che ricorre a spulciare tra le centinaia di messaggi di questi giorni – cosa fa? sottolinea il fatto che io sarei stato altezzoso nel rivendicare i miei 4 titoli di studio (mi scusi se mi sono permesso di conseguirli senza la sua approvazione e se a qualche maleducato mi viene voglia di farglielo presente…) e insegnamento accademico e avrei chiesto alla persona di chiamarmi Dottore dicendole inoltre di andare, lei, invece, a “picconare” (il gioco era riferito al picconamento delle poesie ovviamente), chiudendo infine il tutto con le seguenti parole “mi sa che il vuoto cosmico lo hai visto allo specchio”. Tutto ciò il neo, purtroppo, Sindaco lo ha voluto far passare come offesa mia ad una gentile persona che con me dibatteva civilmente, mentre il sottoscritto senza ragione l’avrebbe improvvisamente attaccata in questo modo… In realtà il mandante del picconamento alle mattonelle in piazza sa bene che la stessa persona mi aveva dopo mille offese personali e gratuite definito anche persona vuota (ah l’invidia quanto è brutta!!) e da lì la mia risposta seccata atta a farle presente che il sottoscritto qualcosa nella vita ha pur fatto data la mia storia pubblica, tra l’altro con con grandi sacrifici, pertanto lei il” vuoto cosmico” forse lo vedeva guardandosi allo specchio”. Così replica il poeta Menotti Lerro.