Si è svolto, ieri, presso l’auditorium del Polo Cappuccini di Sala Consilina il convegno “Madonne e Femminismo. La figura della donna tra arte, religione, spiritualità e scienza”. Questo evento ha rappresentato non solo un momento di riflessione, ma anche un’opportunità per analizzare la disparità di genere da diverse prospettive, con particolare attenzione al legame tra arte e spiritualità. L’incontro, moderato da Valentina Gasaro, ha visto una partecipazione esclusivamente femminile tra le relatrici, a partire dai saluti istituzionali del comune di Sala Consilina, portati da Jose Biscotti.
L’incontro
Melinda Borysevicz ha aperto il dibattito presentando la sua collezione “Madonne”, una serie di dipinti ispirati alla figura della Madre di Cristo, venerata in vari luoghi del Cilento, Alburni e Vallo di Diano. Successivamente, Carla Coiro ha offerto una nuova interpretazione di Maria di Nazareth, proponendola non solo come figura devozionale, ma anche in una chiave femminista e queer. Maria Belen Bugallo ha poi discusso la presenza in ogni individuo di due energie complementari: una maschile, associata alla razionalità e all’azione, e una femminile, più legata all’intuito e alla creatività.
Secondo Bugallo, queste due energie dovrebbero coesistere in entrambi i sessi, ma il patriarcato ha storicamente imposto la loro separazione. Elena Fiordispina ha affrontato il tema della differenza di approccio nella medicina rispetto ai sintomi e alla cura delle malattie tra uomini e donne, sottolineando che le donne sono state incluse nella sperimentazione clinica solo negli anni ’80. Infine, Caterina Pafundi ha trattato il drammatico problema della violenza di genere e dei femminicidi, sottolineando l’importanza dell’educazione dei genitori.
Il commento
“È fondamentale educare i bambini a comprendere le relazioni rispettose, evitando l’uso di punizioni corporali – ha affermato Pafundi – I bambini spesso percepiscono la violenza domestica come una normalità, quindi è essenziale insegnare ai ragazzi a esprimere liberamente le proprie emozioni, affinché possano gestirle in modo sano da adulti e contribuire a prevenire futuri femminicidi.”