La Grotta della Cala, sito preistorico di Marina di Camerota, continua a stupire con nuove scoperte che riscrivono la storia dei nostri antenati. Un recente studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Journal of Archaeological Science: Reports”, ha rivelato l’esistenza di armature litiche per armi da getto, utilizzate dai gruppi umani che abitavano la grotta durante il periodo Epigravettiano.
Un’indagine multidisciplinare all’avanguardia
La ricerca, condotta da un team di esperti dell’Università di Siena e dell’Université Côte d’Azur CNRS CEPAM, ha applicato metodologie integrate multidisciplinari per analizzare reperti rinvenuti durante gli scavi degli anni ’60. Grazie a tecniche all’avanguardia, i ricercatori sono riusciti a identificare le funzioni e le caratteristiche degli strumenti in pietra, aprendo una finestra inedita sulle strategie di sussistenza dei nostri antenati.
Caccia e ingegno: le armi dei nostri antenati
Lo studio si è concentrato su un set di 43 strumenti litici, rivelando che molti di essi presentano fratture da impatto, segno inequivocabile del loro utilizzo come armature per frecce e giavellotti. La scoperta suggerisce che i cacciatori-raccoglitori epigravettiani fossero abili nella costruzione di armi sofisticate, capaci di incrementare l’efficacia delle loro battute di caccia.
Un laboratorio preistorico
La presenza di elementi in corso di lavorazione e di manufatti intatti suggerisce che la Grotta della Cala non fosse solo un luogo di abitazione, ma anche un vero e proprio laboratorio in cui venivano fabbricate le armi. Questa scoperta fornisce preziose informazioni sull’organizzazione sociale ed economica di questi gruppi umani, evidenziando un elevato livello di ingegno e capacità di adattamento all’ambiente circostante.
Un progetto di ricerca in continua evoluzione
Le indagini alla Grotta della Cala fanno parte di un ampio programma di ricerca interdisciplinare, coordinato dall’Università di Siena, volto a ricostruire le strategie di caccia delle popolazioni del Paleolitico Superiore in Italia meridionale. Il progetto coinvolge anche un altro sito di grande importanza, la Grotta Paglicci nel Gargano, e si avvale della collaborazione con la Soprintendenza e il Comune di Camerota.