Si terrà a metà settimana un incontro fondamentale sul futuro del punto nascita dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla, che ancora una volta si trova a rischio di chiusura a causa di un numero di nascite inferiore al minimo consentito dalla legge. Nel 2024, infatti, i nati sono stati 366, un dato che, purtroppo, si avvicina ai numeri di dieci anni fa, con una riduzione di 57 nati rispetto all’anno precedente.
Le criticità
La legge prevede almeno 500 nati per garantire la sicurezza delle mamme e dei bebè. Tuttavia, grazie all’intervento della Regione Campania, che dovrà chiedere la deroga, la chiusura dovrebbe essere scongiurata, ma la situazione rimane delicata e occorre restare vigili. Nel frattempo, a preoccupare maggiormente è la situazione del punto nascita dell’ospedale di Sapri, che si trova in una condizione più critica rispetto a Polla. A Sapri, infatti, i nati nel 2024 sono stati solo 191, una cifra ben al di sotto del minimo previsto dalla legge. In questo contesto, si teme che il punto nascita di Sapri possa essere il prossimo a dover chiudere. Fortunatamente, sembra essere al sicuro il punto nascita di Vallo della Lucania, anche grazie alle difficoltà logistiche che rendono meno probabile una chiusura imminente.
Durante l’incontro, che coinvolgerà sindaci, politici regionali e figure chiave dell’Asl Salerno, si discuterà delle possibili soluzioni per garantire il mantenimento dei servizi di assistenza al parto in sicurezza. Tra gli argomenti in discussione, si sottolineerà anche il fatto che il 40% dell’utenza dell’ospedale di Polla proviene da aree che distano oltre un’ora di viaggio dall’ospedale di Battipaglia, il che rende ancora più cruciale mantenere il punto nascita operativo in questa struttura.
Il commento
L’onorevole Antonio Iannone è intervenuto sul caso, ricordando le difficoltà passate. “La Legge Balduzzi prevede che la Regione possa chiedere una deroga per garantire i servizi di parto in sicurezza”, ha dichiarato. “In passato, il governo De Luca e il PD cercarono di non chiedere la deroga, attribuendo la responsabilità della chiusura al governo centrale. Solo grazie all’intervento della nostra azione politica, la Regione fu costretta a chiedere la deroga, ma ricorderemo sempre quei tentativi di sviare le responsabilità e gli insulti rivolti ai sindaci”, ha concluso Iannone