Il restyling della “Villa Sacro Cuore” in località Piana di Velia ad Ascea è stato oggetto di accesi dibattiti, passando dalla sua originaria veste di residenza estiva e prima ancora di istituto religioso a un ambizioso resort di lusso. Una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha ora confermato la validità dei titoli autorizzativi. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, sezione staccata di Salerno, ha emesso una sentenza che respinge il ricorso presentato dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Avellino e Salerno contro il Comune di Ascea.
Argomenti del Ricorso
La Soprintendenza aveva sostenuto che le determinazioni comunali per il restyling erano basate su false rappresentazioni dei fatti. Tuttavia, il Tribunale ha respinto tale argomento, sostenendo che l’annullamento d’ufficio può essere esercitato solo entro un termine di 12 mesi dall’adozione del provvedimento. Nel caso in questione, questo termine era già scaduto.
La sentenza del Tribunale ha anche rigettato l’applicazione della norma che consente l’annullamento in autotutela dei provvedimenti basati su false rappresentazioni dei fatti. Il Tribunale ha rilevato che le difficoltà nel reperimento dei fascicoli non consentono di sostenere l’intenzionalità delle dichiarazioni in merito alla falsa rappresentazione dei fatti.
I giudici hanno chiarito che l’accertamento di false dichiarazioni costituisce reato solo se esiste una sentenza passata in giudicato, che al momento è assente. Questa conclusione ha sollevato ulteriori questioni legali e dibattiti sulla decisione del Tribunale.
Possibili ricorsi
Con il ricorso respinto, la Soprintendenza Archeologica ha ora la possibilità di presentare ricorso al Consiglio di Stato. Questo apre nuove prospettive legali e contribuisce al dibattito in corso sulla trasformazione della “Villa Sacro Cuore” e sulla sua futura destinazione.