La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) relativa al primo semestre del 2023 dipinge un quadro complesso e preoccupante del crimine organizzato nella provincia di Salerno. Questo territorio, caratterizzato da una disomogeneità geografica e socio-economica, attira organizzazioni malavitose, spesso provenienti da regioni limitrofe come Basilicata e Calabria, desiderose di investire in modo illecito in un’economia florida.
Influenza delle Mafie Storiche e Nuovi Clan
La provincia di Salerno è divisa in quattro macroaree omogenee: la città di Salerno, l’Agro nocerino-sarnese, la Piana del Sele e il Cilento. In ognuna di queste aree, i sodalizi criminali esercitano la propria influenza, spesso senza interferire reciprocamente.
Città di Salerno
Nella città di Salerno, nonostante i tentativi di nuovi gruppi emergenti di conquistare terreno, il clan D’Agostino mantiene un ruolo egemonico. Operazioni significative come l’arresto nel luglio 2022 di membri del clan Stellato hanno svelato i tentativi di quest’ultimo di prendere il controllo del traffico di stupefacenti nella parte orientale della città.
Ulteriori indagini nel maggio 2023 hanno portato all’arresto di 53 persone, incluso il figlio del boss del clan Stellato, per traffico di stupefacenti all’interno del carcere di Salerno.
Agro Nocerino-Sarnese
Nell’Agro Nocerino Sarnese segnalata un’influenza da organizzazioni criminali provenienti dai comuni vesuviani. Clan come i Cesarano di Castellammare di Stabia estendono la loro influenza fino a Scafati. Altri gruppi come il clan Fezza-De Vivo di Pagani collaborano con clan partenopei come il clan Giugliano, dimostrando una complessità criminale intrecciata. La Polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno eseguito numerose operazioni, tra cui l’arresto di 82 persone nel gennaio 2023 per reati tributari e riciclaggio.
Piana del Sele
Nella Piana del Sele, invece, l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento lavorativo sono diffusi, con gruppi criminali locali che si dedicano al traffico di stupefacenti e alle estorsioni. A Eboli, la scena criminale è frammentata, mentre a Battipaglia i clan Pecoraro-Renna e De Feo mostrano una collaborazione nel narcotraffico, segnalata da recenti inchieste.
Nel territorio del Comune di Capaccio Paestum recenti attività di contrasto hanno messo in luce la presenza di «soggetti riconducibili allo storico clan Marandino il cui boss, recentemente deceduto, risultava legato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. I provvedimenti giudiziari che hanno colpito il detto sodalizio negli ultimi anni ne hanno delineato gli interessi illeciti in attività usurarie, estorsive, nonché nell’acquisizione e gestione di attività economiche quali lidi balneari e servizi assistenziali in convenzione con la ASL di Salerno». L’ultimo di tali provvedimenti – emesso nel luglio 2021 dal Tribunale di Salerno, con cui era stata disposta la confisca di beni riconducibili ad un affiliato al clan Marandino – è divenuto irrevocabile l’8 febbraio 2023.
Cilento e il Vallo di Diano
Quanto al Cilento, con la sua vocazione turistica, viene definito un punto strategico per il traffico di droga e il reinvestimento illecito. Ad Agropoli, un’indagine conclusa dalla Guardia di finanza nel 2020 «avrebbe documentato la presenza di esponenti del clan Fabbrocino, organizzazione camorristica operante in alcuni Comuni della provincia orientale di Napoli con spiccata vocazione imprenditoriale, dediti al reinvestimento di profitti illecitamente acquisiti in numerose attività economiche avviate nel territorio salernitano. In proposito, il 15 giugno 2023, la Suprema Corte di Cassazione ha respinto il ricorso avverso la confisca di prevenzione disposta dalla Corte di Appello di Salerno relativamente ai beni oggetto del citato procedimento, rendendo così definitiva la misura».
Per quanto riguarda nello specifico il territorio del Vallo di Diano, invece, la sua posizione geografica particolare, potrebbe favorire l’ingerenza di compagini mafiose provenienti da territori vicini che potrebbero utilizzarlo per infiltrarsi in settori cruciali dell’economia legale e nelle amministrazioni pubbliche locali per condizionarne le decisioni e per reinvestire capitali illeciti. In particolare, si legge nella relazione “il Vallo di Diano si conferma area di interesse per le consorterie mafiose originarie delle province settentrionali della Campania e delle regioni Basilicata e Calabria, come documentato, in particolare, dall’indagine “Oro nero”, coordinata dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Potenza e di Lecce e conclusa, il 12 aprile 2021 dai Carabinieri e dalla Guardia di finanza, mettendo in luce i rapporti esistenti, nella gestione del contrabbando di carburanti, tra gli esponenti della malavita locale e quelli del cartello casertano dei Casalesi”.