Rapporto Caritas: in Campania una famiglia su due a rischio povertà

Cibo, interventi di carattere sanitario come visite mediche, sostegno per l’affitto e per le bollette tra le richieste maggiori alla Caritas

Di Francesca Scola

La Campania vede un incremento maggiore rispetto alle altre regioni italiane. È quanto afferma il dossier regionale della Caritas, presentato nella giornata di ieri presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Luigi Vanvitelli, ad Aversa. L’aumento della povertà si era già constatato nel 2022 ma, nel primo semestre del 2023 vi è stato un incremento del 32,6% di persone transitate presso i Centri di ascolto della Caritas. Il fenomeno, secondo i sociologi, è dovuto principalmente all’aumento del costo della vita e alla diminuzione dei nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza. Il 23,9 % dei nuclei familiari che, a livello nazionale, non hanno percepito il reddito ad agosto 2023, è infatti residente nella Regione Campania.

La crescita della povertà

La povertà cresce con l’aumentare dei componenti familiari, ma anche a causa di situazioni lavorative precarie. In Campania il tasso di occupazione si ferma al 43,4%, allontanandosi, assieme a Calabria e Sicilia, dall’andamento crescente della nazione. «Non solo manca il lavoro, ma vi sono numerose ingiustizie sociali che si perpetrano di continuo in questo ambiente: da una sproporzione tra retribuzione e quantità di lavoro, alla precarietà, al lavoro in nero. Per non parlare dell’aumento di incidenti sul luogo di lavoro dovuto ad una mancanza di rispetto delle norme di sicurezza. Aumenta, inoltre, il divario retributivo tra uomini e donne». È quanto ha affermato il vescovo di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca, delegato regionale per i Migranti.

Le richieste alla Caritas

Tra gli aiuti maggiormente richiesti alla Caritas vi sono: cibo, interventi di carattere sanitario come visite mediche, sostegno per l’affitto e per le bollette. Un dato evidente mostra che, ai Centri di Ascolto, si rivolgono principalmente donne italiane, di età media 47 anni, che vivono in famiglia, sposate, disoccupate e con una licenza di studi media inferiore. Ad aumentare il fenomeno sono anche le presenze straniere, soprattutto di rifugiati di guerra.

«Il lavoro della Caritas è quello di mostrare il volto e le storie delle persone che si rivolgono quotidianamente a noi, in cerca di aiuto» ha aggiunto il vescovo di Acerra, mons. Antonio Di Donna, delegato regionale per la Carità.

Condividi questo articolo
Exit mobile version