Continua a far discutere la possibilità di chiusura dei punti nascita degli ospedali di Sapri, Polla e Vallo della Lucania. Se quest’ultimo è già certo di una deroga, più complessa la situazione degli altri due presidi che non raggiungono il limite di parti annuale previsto dal Decreto Balduzzi. Ora sul caso è intervento anche Gianfranco Caputo, segretario regionale di Italia del Meridione.
La nota di Italia del Meridione
In una nota indirizzata al Ministro della Salute Orazio Schillaci e al sottogretario Marcello Gemmato, Idm chiede di «intervenire con una ulteriore deroga in base a quanto previsto dal Protocollo Metodologico elaborato dal CPNN per la valutazione delle richieste del mantenimento in attività dei punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui e in condizioni orografiche difficili avuto riguardo per le aree interne del Golfo di Policastro e del Vallo di Diano, in uno con la certificata difficoltà di collegamento con i centri più vicini».
I dati
Il segretario Caputo, a supporto della richiesta, snocciola i dati: «Tra il 2006 e 2012, la Campania ha mostrato il tasso più alto di morti materne in Italia, con 49 morti e con tasso di 13 casi ogni 100 mila. In Italia, tra il 2008 e il 2012 sono stati individuati 277 morti materne, ossia 9,18 casi per 100mila nati vivi, il 60% in più rispetto ai soli certificati di morte dai quali si evince un 3,5 decessi per 100mila nati vivi». «Se dovessero venire a mancare i punti nascita di Vallo della Lucania, Sapri e Polla, oppure anche uno solo tra essi, potrebbero verificarsi le condizioni per una organizzazione assistenziale non confacente tale da poter determinare eventi tragici per le madri e per i nascituri, preso atto delle condizioni orografiche difficili e delle distanze delle aree interne del Golfo di Policastro e del Vallo di Diano dai rispettivi ospedali di Vallo della Lucania, Sapri e Polla», prosegue Caputo.
Le richieste
L’Italia del Meridione Campania chiede al Ministro di promuovere presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una rivisitazione del Decreto Balduzzi, al fine di mettere in discussione il criterio del numero dei parti, che oggi non ha fondamento, considerato il progressivo basso indice di natalità in Italia. Infine la proposto per i punti nascita relativi agli Ospedali di Sapri, Vallo della Lucania e Polla, «di attribuire in capo al Dipartimento di Ostetricia/Ginecologia dell’Asl di Salerno, un’unica struttura con turnazione del personale in servizio e strumentazione tecnica già a diposizione dei presidi ospedalieri succitati, così come risulterebbe funzionale in altre aziende sanitarie locali».