Processo Kamaraton: condanne pesanti per gli ex amministratori di Camerota

Il processo Kamaraton si è concluso con condanne pesanti per gli ex amministratori di Camerota, funzionari e professionisti

Di Maria Emilia Cobucci

È arrivata la sentenza di primo grado per il processo Kamaraton, l’inchiesta che ha coinvolto diversi amministratori di Camerota. Per 39 indagati il processo era iniziato a marzo 2020. Tre persone coinvolte nella vicenda giudiziaria avevano chiesto il rito abbreviato. 

Le indagini

Il 16 maggio 2019 scattarono 12 misure cautelari per ex politici, funzionari e professionisti, tutti legati alla giunta guidata dalla seconda metà del 2012 ai primi mesi del 2017 dal sindaco Antonio Romano. Con lui a finire nei guai Antonio Troccoli già primo cittadino, il figlio Ciro Troccoli assessore nella giunta romano, e gli ex amministratori Michele Del Duca, Rosario Abate, Fernando Cammarano. Furono sottoposto agli arresti. Per gli ex primi cittadini si aprirono anche le porte del carcere di Vallo. Poi vennero rimessi in libertà.

I giudici hanno inflitto condanne pesanti agli ex amministratori coinvolti nell’inchiesta. Tra di loro figurano gli ex sindaci Antonio Romano e Antonio Troccoli, che si sono visti infliggere rispettivamente 13 anni e 5 mesi e 12 anni e 10 mesi di reclusione. Anche gli altri membri della giunta comunale hanno ricevuto condanne importanti, con pene che vanno da 1 anno e 8 mesi a 14 anni e 10 giorni.

Le accuse

Per il procuratore capo dell’epoca, Antonio Ricci, era in essere una vera e propria struttura associativa, in grado di perseguire i propri fini illeciti attraverso l’apparato amministrativo. Per l’accusa venivano rilasciate anche “regolari ricevute” con assunzioni che sfruttavano le difficoltà occupazionali dell’area e portavano a creare occasioni di lavoro non per tutti ma solo per alcuni, e non per merito, al massimo per il numero di voti garantito. E ancora spartizione di gare d’appalto a società riferibili agli stessi amministratori o a soggetti compiacenti o a loro vicini.

Un modus operandi omogeneo e portato avanti per un apprezzabile lasso di tempo, che si sviluppava in particolare sotto le direttive di Romano e Troccoli con l’apporto degli altri. La gestione della cosa pubblica era “Un affare per pochi amici”, sostennero dalla Procura.

In cambio delle gare pilotate, secondo le accuse, degli imprenditori avrebbero fornito agli amministratori o la classica mazzetta, con somme di diverse migliaia di euro, o assunzioni presso le proprie aziende di personale indicato dagli amministratori, o ancora lavori edili privati in maniera gratuita, pass per parcheggi e ormeggi gratuiti durante l’estate.

Le altre condanne

Queste le altre condanne: per Ciro Troccoli, figlio di Antonio Troccoli, ex assessore, condanna a 5 anni e 6 mesi, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Abate Rosario, già componente della giunta Romano, 14 anni e 10 giorni di reclusione nella sentenza, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. L’ex vicesindaco Michele Del Duca, condannato ad 1 anno e 8 mesi; Antonio Ciociano, ex comandante dei vigili urbani, 3 anni e 5 mesi, con l’interdizione di 5 anni dai pubblici uffici; Fernando Cammarano 6 anni con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici; Roberto Cavaliere 1 anno; Raffaella Di Bello 4 anni, 9 mesi e 20 giorni con l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. E ancora: 1 anno e otto mesi per Alfonso Esposito, 4 anni anche per Antonietta Coraggio, Giuseppe Occhiati e Giancarlo Saggiomo; 5 anni per Vincenzo Bovi. Le posizioni dei coinvolti per alcuni reati sono state stralciate.

Assolti Francesco Fiore, Marco Francesco Di Luca, Domenico Talamo, Giovanniantonio Cammarano, Josè Antonio Pomarico, Giuseppe Saturno, Massimo Augusti, Silvia Augusti, Alessandro Di Rosario, Nicola Carrato, Paolo Desiderio, Lina Di Lello, Antonio Reda, Orlando Laino, Marco Garofalo, Domenico Ciorciaro, Vicente Gerardo Di Napoli, Mattia Gerardo Del Duca, Giuseppe Amorelli, Sergio Gargiulo, Sabino Festa, Gabriele Gagliotta, Marco Colucci, Barbara Bottiglieri, Valentina Marsicano, Palma Francesca Principe, Vincenzo De Luca, Lorenzo Calicchio, Mauro Esposito e Cristian De Feo.

I coinvolti potranno ora presentare ricorso.

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