Il processo potrebbe essere trasferito al tribunale di Vallo della Lucania e qualsiasi attività fin ora svolta sarebbe inutilizzabile. Per Franco Alfieri e gli altri cinque coinvolti nell’indagine per presunte irregolarità negli appalti della pubblica illuminazione a Capaccio Paestum, la strada potrebbe mettersi in discesa.
La questione della competenza
I legali della difesa, fin ora trincerati dietro al silenzio, hanno messo in evidenza la possibile incompetenza territoriale del Tribunale di Salerno sull’ipotesi di corruzione che si sarebbe consumata a Torchiara, dunque un territorio di competenza della magistratura vallese. Una ipotesi sulla quale ha espresso parere favorevole nella sua requisitoria anche il procuratore presso la Corte di Cassazione.
L’ultima parola tocca agli ermellini. In quell’occasione potrebbero saltare anche le misure cautelari a carico di Franco Alfieri, della sorella Elvira, del suo capostaff Andrea Campanile, del funzionario di Capaccio Paestum Carmine Greco e dei vertici della Dervit. Il sostituto procuratore presso il tribunale di Salerno, Alessandro Di Vico, la pensa diversamente: “la sentenza della Cassazione confermerebbe la tesi dell’accusa. Esistono poche certezze, ma una è consolidata: l’articolo 24 bis si applica solo se il tribunale dubita della propria competenza”. Se ne riparlerà tra dieci giorni.
L’attesa è tanta anche per la politica: qualora tutto dovesse essere messa in discussione dalla corte di cassazione, Alfieri, attualmente sospeso, potrebbe tornare ad occupare il posto di presidente della provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, affrontando da uomo libero il processo. In caso contrario, il prolungamento anche delle misure cautelari, Potrebbe indurre lo stesso politico cilentano a dimettersi dalle cariche o, almeno nel caso di Capaccio, il consiglio comunale a sciogliersi. E ciò non è detto che non influisca anche sugli equilibri nei comuni vicini, a partire da Agropoli.
L’udienza
Quanto all’udienza di ieri, gli elementi rilevanti sono davvero pochi, ma era scontato. Da segnalare un’apparente freddezza tra Alfieri e il suo ex capostaff Andrea Campanile, che all’indomani del blitz sembrava pronto a scaricare il politico, e il lungo abbraccio accompagnato dalle lacrime tra lui e la nipote, la figlia di Elvira, presente in aula. Poi l’udienza è andata avanti in un clima tranquillo ma con una scontata tensione tra gli imputati. Per il resto solo formalità e la richiesta di rinvio del processo in attesa della Corte di Cassazione che si esprimerà il 14 febbraio. Se non ci saranno colpi di scena in tribunale si tornerà il 20 marzo.