Ponti d’arte a Gioi: Luigi Lucchesi trasforma le spallette in capolavori

Un ponte non è solo un'opera di ingegneria, ma può diventare anche un'opera d'arte a cielo aperto, lo dimostra Luigi Lucchesi con il suo murales di pietre

Massimo Sica
Mosaico Gioi

Un ponte non è solo un’opera di ingegneria, ma può diventare anche un’opera d’arte a cielo aperto. Lo dimostra l’esempio di Luigi Lucchesi, ex dipendente Set, Sip e Telecom che, una volta in pensione, ha deciso di dedicarsi alla sua passione per la pietra, trasformando le spallette del ponte lungo la Provinciale che collega Gioi a Piano Vetrale, Orria, Perito e Stio in un vero e proprio museo all’aperto.

Un talento cristallino

Con il consenso dell’amministrazione provinciale, Lucchesi ha rivestito il grigio cemento con un mosaico finemente cesellato ed impreziosito da “cotti” raffiguranti soggetti mitologici, icone cristiane e scene di vita contadina. I piccoli capolavori, realizzati con l’antico metodo “Etrusco” che comprende la battitura manuale di ogni singolo manufatto in stampi di legno, l’essiccazione naturale e la cottura a legna, donano al ponte un’unicità e un’originalità che non passano inosservate.

Un omaggio alla tradizione e al territorio

Luigi Lucchesi ha voluto dare un tocco di bellezza a questo ponte che serve una strada che si snoda lungo le colline dell’entroterra cilentano. I mosaici rivestono sia la struttura posta al piano stradale, sia l’impalcato ed i piedritti del ponte in località “acqua dei salici”. Un anonimo manufatto in cemento, divenuto opera d’arte fruibile da tutti.

La decorazione policroma, “sacra alle muse” come amavano definirla i latini, aggiunge bellezza alla bellezza del contesto naturale suggestivo in cui è collocata. Un omaggio alla tradizione e al territorio che rappresenta un valore aggiunto per l’intera comunità.

Condividi questo articolo
Exit mobile version