Ponte dell’Immacolata, Confesercenti: «Numeri importanti nel salernitano»

Confesercenti traccia il bilancio del ponte dell'Immacolata. Nel Cilento bene Paestum, meno le località marine e i borghi

Di Ernesto Rocco

«Registriamo numeri importanti per il ponte dell’Immacolata sulla scia di quanto sta avvenendo per Napoli città, che fa da traino per il turismo al sud Italia, ma c’è anche chi desidera visitare Salerno e le città d’arte della sua provincia per un primo ponte natalizio soft senza stress e ressa ma con il conforto di iniziative cittadine e maggiore percezione di vivibilità». Così Raffaele Esposito, presidente provinciale di Confesercenti.

I dati per la Provincia di Salerno

«La nostra provincia si conferma con Salerno al centro una buona destinazione per il turismo legato al Natale – dichiara Esposito – abbiamo dati incoraggianti per il settore dell’ ospitalità che registra un importante numero percentuale di occupazione delle camere, sia per il settore alberghiero, quasi 75/80% sia per quello dell’extra preghiero 65/70% trend che potrà crescere nelle ultime ore ed a ridosso degli appuntamenti clou del Natale come il concerto di fine anno, probabilmente con i Pooh, in piazza della libertà e con le attrazioni su suolo pubblico dislocate in città come le installazioni luminose, le iniziative alla stazione marittima, ed i mercatini in piazza S. Agostino esempio di buona pratica tra CNA e Confesercenti».

Ponte dell’Immacolata, ok la provincia

Bene anche i dati provinciali, certamente non entusiasmanti ovunque secondo l’associazione. Bene Paestum e le destinazioni culturali che hanno organizzato piccoli eventi culturali e di animazione di qualità, meno quelle marine e dei borghi dove non si è nemmeno allocato una luminaria o previsto un minimo di animazione territoriale «con buona pace del commercio locale che entra sempre più in crisi con questa mancanza di attenzioni, in queste località gli unici flussi che registriamo sono quelli del “ritorno” di parenti e amici che non generano certamente economia», evidenzia Esposito.

Commercio tradizionale invece che respira nelle località che hanno inserito programmi natalizi con eventi e manifestazioni a ridosso dei centri storici e delle vie dello shopping, qui le attività incidono su una migliore spesa commerciale ma sembrano comunque non arrestare la continua chiusura di esercizi storici tradizionali.

«È sempre la qualità della spesa che farà la differenza sui territori – prosegue il presidente Esposito – registrare flussi imponenti di persone non significa necessariamente che questi ultimi abbiano lasciato le giuste economie sui territori, addirittura a Napoli nella meravigliosa via di San Gregorio Armeno ci si lamenta del “turismo povero” principalmente domestico che spende appena 5 euro per qualche ricordino.
Bene invece i settori del food anche su Salerno e provincia nelle vie principali e dove ci sono attività di animazione ludica e/o di intrattenimento serale».

«Chi ha la possibilità di lavorare con il turismo estero che si attesta su cifre discrete qui si Salerno e provincia – conclude il presidente Esposito – sicuramente trarrà maggiori economie aldilà dei numeri ipotizzati. Per la nostra provincia abbiamo stimato una spesa pro capite di circa settanta euro ed un flussi complessivo di circa ventimila turisti nella tre giorni di ponte».

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