Si sono concluse le indagini sul brutale omicidio di Angelo Vassallo, il “Sindaco Pescatore” ucciso il 5 settembre 2010 in un agguato mentre rientrava a casa nel Comune di Pollica. Sono ben 8 le persone coinvolte nell’inchiesta e a cui sono state confermate le misure cautelari.
Parla il figlio del “sindaco pescatore”
I nostri microfoni hanno raggiunto il figlio dell’indimenticato sindaco, Antonio Vassallo: “Oggi crediamo di più nella giustizia e speriamo che queste persone, nel più breve tempo possibile, paghino per quello che hanno fatto”. Un ruolo nevralgico all’interno dell’omicidio Vassallo, secondo gli inquirenti, è stato ricoperto dal colonnello Fabio Cagnazzo che avrebbe depistato le indagini in maniera significativa sin dai primi momenti: “Il motivo di questo ritardo nel trovare la verità è dovuto anche alle attività di depistaggio messe in atto da Cagnazzo. Lui era una persona di cui in famiglia ci fidavamo e ha portato allo sviamento delle indagini per anni”, afferma Antonio Vassallo. Una fiducia tradita anche da altri membri di questo circuito malavitoso che si è venuto formare e che avrebbero architettato nei minimi dettagli l’agguato al Sindaco Pescatore.
Le indagini
Tra gli indagati, infatti, oltre al nome del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, ci sono anche i nomi dell’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso. L’avviso di conclusione indagine è stato notificato anche agli imprenditori Giovanni, Domenico e Federico Palladino, e a Giovanni Cafiero. Secondo gli inquirenti, Angelo Vassallo sarebbe stato ucciso a causa della sua determinazione nel denunciare il traffico di droga che, all’epoca dei fatti, stava prendendo piede nel comune di cui era sindaco.