Vito Resciniti, residente a Roscigno, ha vissuto un’esperienza angosciante durata dodici ore nel tentativo di liberarsi di un pezzo di carne incastrato nell’esofago. Il tutto si è svolto attraverso un percorso tra quattro ospedali che il malcapitato ha affrontato con l’ausilio del suo amico Angelo Gorrasi. A rendere pubblica la vicenda il primo cittadino del centro roscignolo, Pino Palmieri.
I fatti
Domenica sera, Vito inizia a tossire dopo cena e avverte un ostacolo nell’esofago che gli causa difficoltà respiratorie. Si reca all’ospedale di Roccadaspide, dove, visti i sintomi, viene indirizzato altrove. Accompagnato da Angelo, dopo una notte insonne, raggiunge Eboli. L’attesa si fa lunga, ma quando finalmente riescono a spiegare il problema, la speranza di risolvere la situazione svanisce.
Presso il nosocomio ebolitano non riescono ad effettuare la gastroscopia in urgenza, consigliando di dirigersi a Battipaglia. La coppia di amici, sempre più preoccupata, si sposta nuovamente, affrontando code e spiegazioni deludenti. Anche qui, però, nulla di fatto.
Dopo tre ospedali giungono a Salerno dove finalmente viene autorizzata la gastroscopia. Vito, dopo un’attesa interminabile, viene sottoposto all’intervento che risolve il problema. La vicenda, diventata pubblica, genera critiche al sistema sanitario campano.
La rabbia del sindaco Palmieri
“Storia di ordinaria follia della sanità campana – dice Palmieri un cittadino delle nostre aree interne si è recato al Pronto soccorso di Roccadaspide per una urgenza sanitaria. Aveva la parziale occlusione della trachea. Il personale medico lo ha invitato ad andare all’ospedale di Eboli; dall’ospedale di Eboli viene invitato ad andare all’ospedale di Battipaglia; dall’ospedale di Battipaglia viene invitato ad andare all’ospedale di Salerno. Oggi ufficialmente nasce il “turismo dell’emergenza sanitaria”».