Peste suina, stop alle attività di selecontrollo nel territorio del Parco

Dopo i cinque casi di peste suina il Parco passa alle contromisure. Disposto lo stop alle attività di Selecontrollo

Di Ernesto Rocco

Dopo i cinque casi di peste suina registrati nel Vallo di Diano, il Parco passa alle contromisure. Il direttore Romano Gregorio, infatti, ha disposto lo stop delle attività di selecontrollo. «Si comunica – si legge in una nota – che tutte le attività di selecontrollo in svolgimento nel territorio dell’area protetta sono sospese a decorrere dalla data del 24 maggio 2023 fino a nuove disposizioni». Dall’Ente anche l’invito ad attività di sorveglianza da parte dei Carabinieri del Parco.

La diffusione del virus

Sono ufficialmente 5 in totale le carcasse di cinghiali rinvenuti dai Carabinieri Forestali a Montesano sulla Marcellana, dai cui accertamenti è stato appurato che avessero contratto la peste suina africana. Si tratta del primo caso in Campania ed è stato registrato nel Vallo di Diano, territorio dove è molto diffuso l’allevamento di suini.

La peste suina

Si tratta, infatti, di una malattia virale, che coinvolge suini, cinghiali e suini selvatici europei ed è causata dal virus della peste suina africana, unico rappresentante della famiglia Asfarviridae e che provoca grandi danni economici.

Nella forma acuta della malattia, dovuta alle sollecitazioni dell’alta virulenza, i suini possono avere febbre alta, non mostrare altri sintomi evidenti nei primi giorni. Poi gradualmente perdono l’appetito e vanno in depressione.

Da precisare, per evitare allarmismi, che non è trasmissibile all’uomo, ma purtroppo ad altri animali sì. E la profilassi prevede, in caso di contagio di animali, l’abbattimento con notevoli ripercussioni sul tessuto socio economico.

Condividi questo articolo
Exit mobile version