Peste suina africana: 8 comuni salernitani rimangono nella zona rossa

Sono otto i comuni salernitani inseriti nella “zona rossa” istituita per fronteggiare la peste suina africana.

Di Federica Pistone

Sono otto i comuni salernitani inseriti nella “zona rossa” istituita per fronteggiare la peste suina africana. Nel mese di maggio, dopo la scoperta di alcune carcasse di cinghiali infette, la Regione Campania con apposita ordinanza aveva inserito nella “zona rossa” 17 comuni del salernitano.

Ecco i comuni

Ora i comuni che ancora rimangono nella zona in cui insistono vincoli precisi per contenere la diffusione della peste suina sono: Sassano, Casaletto Spartano, Montesano sulla Marcellana, Casalbuono, Buonabitacolo, Sanza, Padula e Caselle in Pittari. Intanto sono partiti anche i ristori per gli allevatori danneggiati dal virus in quanto costretti ad abbattere i suini come da protocollo.

Le dichiarazioni di Caputo

Stiamo mettendo in campo con rigore tutte le misure necessarie – ha confermato l’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Caputo e siamo vicini agli allevatori e ai territori assicurando certezza e rapidità dei risarcimenti, non solo per le aziende suinicole commerciali, ma anche per quelle ad uso familiare. Parte anche il Piano straordinario per la peste suina e per il depopolamento del cinghiale messo a punto dal commissario straordinario, Vincenzo Caputo”.

La regione Campania – spiega ancora l’Assessore regionale Nicola Caputo – ha agito con fermezza, ma anche mostrando grande attenzione e sostegno al comparto suinicolo regionale. Prima attraverso l’adozione dell’Ordinanza che ha imposto l’abbattimento di tutti i capi di suini presenti all’interno della zona rossa, quale misura di profilassi indispensabile per il contenimento e l’eradicazione nel pieno rispetto delle direttive europee e delle disposizioni dettate dal Commissario straordinario alla PSA. Poi, assicurando a tutti gli allevatori di suini commerciali ed ai detentori di suini familiari, che hanno adempiuto alle misure sanitarie dell’abbattimento, un congruo ristoro per le perdite subite a causa della macellazione anticipata dei propri capi”.

Ciò consente sostanzialmente di avere la maggior parte delle limitazioni in pochi comuni, mentre, nella fascia di comuni, definiti zona I, circa 36 tra cui: Piaggine, Morigerati, Monte San Giacomo, Tortorella, Teggiano Sala Consilina, Rofrano, Valle dell’Angelo, Torre Orsaia, San Giovanni a Piro, Vibonati, San Rufo, Roccagloriosa, Laurito, Roscigno, Futani, Sapri, Polla, Ispani, Montano Antilia, Novi Velia, Laurino, Cannalonga, Celle Di Bulgheria, Cuccaro Vetere, Corleto Monforte, Campora, San Pietro al Tanagro, Sacco, Torraca, Sant’Angelo a Fasanella, Santa Marina, Sant’Arsenio, Atena Lucana, Bellosguardo, Alfano, saranno definite procedure di tutela e di biosicurezza particolare, ma sostanzialmente non vi è un’inibizione completa delle attività Agro Silvo forestali. Per quanto attiene il comparto venatorio nella zona II (zona rossa) resta fermo il divieto di caccia, con possibilità di intervento, per effettuare l’attività di depopolamento del cinghiale, solo tramite il selecontrollo”.

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