Alburni

Panchine giganti sul Monte Gelbison: la contrarietà del CAI (Club Alpino Italiano)

Panchine giganti sul Monte Gelbison: la contrarietà del CAI

Redazione Infocilento

19 Aprile 2023

Monte Gelbison

Marcare il territorio è un comportamento innato che condividiamo con molte altre specie animali. Tuttavia, a differenza di segni temporanei come secrezioni ghiandolari, alcuni dei segni che lasciamo dietro di noi sono permanenti e possono essere controversi nel messaggio che trasmettono.

Questo è particolarmente evidente quando si tratta di installazioni umane in ambienti montani remoti e ancora relativamente intatti.

Panchine giganti: i contrasti

Mega panchine, targhe o opere di arte contemporanea che dovrebbero esaltare il contesto montano, in realtà spesso lo peggiorano, perché sono troppo invadenti. Questi elementi, se in eccesso, possono impedire di godere della solitudine e dell’essenza della montagna, impoverendo l’esperienza degli escursionisti.

Le nostre splendide montagne hanno bisogno di tutt’altro! Prima di tutto, è necessario migliorare la sentieristica e formare adeguatamente i giovani per guidare in modo sicuro i numerosi escursionisti, educandoli a un comportamento rispettoso dell’ambiente che stanno visitando. Solo dopo aver fornito una formazione appropriata, si può pensare a ristrutturare le strutture esistenti per creare punti di accoglienza.

Se secondo alcuni queste installazioni dovrebbero elevare il nostro spirito e aiutarci a interpretare il paesaggio, in realtà questi elementi, se troppo numerosi o invadenti finiscono per diventare inopportuni: impedendo di restare da soli con la montagna, di fatto impoveriscono la nostra esperienza.

Il ruolo importante del CAI

Il CAI (Club Alpino Italiano) svolge un ruolo importante in questo contesto. Oltre a promuovere l’amore per la montagna e la sua conservazione, il CAI dovrebbe concentrarsi sulla formazione dei giovani e sulla sensibilizzazione degli escursionisti verso una fruizione sostenibile dell’ambiente montano. Questo potrebbe includere programmi educativi, corsi di guida di montagna e campagne di sensibilizzazione sulla conservazione dell’ambiente.

Solo attraverso un approccio olistico che combina una migliore sentieristica, una formazione adeguata dei giovani e la creazione di punti di accoglienza rispettosi dell’ambiente, possiamo garantire che le nostre montagne siano preservate per le future generazioni. Dobbiamo imparare a godere della montagna in modo rispettoso e sostenibile, senza lasciare dietro di noi segni permanenti che potrebbero alterare l’equilibrio naturale di questi preziosi ambienti. Solo così potremo garantire che le nostre montagne rimangano integre e affascinanti per le future generazioni di escursionisti e amanti della natura.

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