I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, nell’ambito di un’operazione di monitoraggio del territorio e protezione del patrimonio culturale, sono intervenuti su un cantiere edile privato a Padula, dove sono stati rinvenuti manufatti archeologici.
La scoperta
L’area, situata nei pressi della Certosa di Padula, non era precedentemente conosciuta per la presenza di evidenze archeologiche e non risultava vincolata. Tuttavia, durante i lavori edili, sono affiorati frammenti di antiche sepolture su gran parte del cantiere, rivelando tombe “alla cappuccina” parzialmente distrutte dalle macchine. A seguito della scoperta, l’area è stata sottoposta a sequestro preventivo su disposizione della Procura di Lagonegro, per evitare la distruzione ulteriore dei reperti e permettere alla Soprintendenza di Salerno di esaminare e studiare le sepolture danneggiate.
La denuncia
Quattro persone, tra cui il proprietario del terreno e i responsabili dell’impresa edile, sono state denunciate per danneggiamento di beni archeologici e omessa denuncia alle autorità competenti. Le attività di scavo stratigrafico hanno portato al recupero di circa 200 reperti, tra cui vasi, monete, armi e altri oggetti funerari di notevole valore storico-archeologico, stimato in circa un milione di euro. Tra i ritrovamenti spicca una tegola con l’incisione di un uomo a cavallo, un pezzo unico nella zona del Vallo di Diano. Le sepolture fanno parte di una necropoli risalente al V-IV secolo a.C., con tombe a cappuccina, fossa e incinerazione, contenenti ricchi corredi funerari, tra cui ceramiche decorate da Assteas, ceramografo noto attivo a Paestum.
Il 5 febbraio, alle 11.00, i reperti saranno presentati presso la Certosa di San Lorenzo a Padula.