Ci sono comuni che rappresentano un valido esempio di accoglienza e integrazione e, tra questi, di certo vi è il comune di Ottati. Il borgo alburnino, guidato dal sindaco Elio Guadagno, ha dimostrato di essere, nel corso del tempo, un modello da seguire in fatto di gestione dell’immigrazione, tanto che, nel corso del tempo, diverse famiglie di migranti, giunte ad Ottati tramite la rete del progetto SAI, trovandosi bene e sentendosi parte del tessuto sociale, hanno scelto di rimanere nel paese, di far frequentare lì la scuola ai loro figli e, in alcuni casi, di comprare le case disabitate.
Un valido esempio di accoglienza e integrazione
Un modello virtuoso di accoglienza, dunque, con tante ripercussioni positive sulla comunità. Pochi giorni fa, la comunità ottatese, si è impreziosita di una nuova vita grazie ad una coppia proveniente dal Ghana, a dare la lieta notizia il sindaco Guadagno: “È nata la bellissima Ilaria Boamah Oteng, sorellina di Cristabel Leboah e figlia di Patricia e Kofy. Questa bella famiglia di nazionalità ghanese afferisce al progetto SAI di Ottati e siamo ben lieti di averli tra noi da oltre un anno. Buon futuro, cari fratelli!” queste le parole con cui il primo cittadino ha accolto la nuova arrivata.
L’obiettivo: accogliere per la crescita della comunità e contrastare lo spopolamento
In un periodo in cui i flussi migratori rappresentano una enorme sfida, il piccolo borgo di Ottati ha dimostrato che l’accoglienza può essere fatta bene e può contribuire alla crescita di una comunità che, come tutte le realtà delle aree interne, combatte continuamente per contenere il rischio di spopolamento.