Ospedale di Agropoli: ennesimo depotenziamento. Ecco le novità dal 24 aprile

Nuova organizzazione per l'ospedale di Agropoli, che sarà addirittura ridimensionato rispetto all'era pre covid

Di Ernesto Rocco

Al via la riorganizzazione dell’ospedale di Agropoli, l’ennesima che porterà ad un ridimensionamento della struttura. La notizia era nell’aria ma l’ufficialità è arrivata soltanto ieri quando il direttore sanitario del Dea di Vallo della Lucania – Agropoli, Adriano De Vita, ha inviato una nota ai responsabili dei reparti e alle organizzazioni sindacali, annunciando le novità conseguenti alla cessazione dell’emergenza coronavirus.

Cosa succede ora all’ospedale di Agropoli

Dal 24 aprile, quindi, si procederà alla dismissione dei 12 posti letto covid rimasti. L’ospedale agropolese, infatti, già a fine marzo aveva subito la chiusura del reparto con la sua conversione in area contumaciale per i pazienti positivi afferenti al Dea Vallo – Agropoli. Ora la cessazione dei ricoveri dei pazienti positivi e la contemporanea riattivazione dei 20 posti letto di Medicina Generale già presenti prima della pandemia che si aggiungeranno al punto di primo intervento. Un ritorno a quella normalità contestata da cittadini e forze politiche che ritenevano insufficienti le prestazioni garantite presso il presidio di via Pio X.

Il ridimensionamento

Ma prossima settimana ci sarà addirittura un ulteriore ridimensionamento. Il ricovero in Medicina, infatti, «è riservato esclusivamente a patologie non urgenti, ovvero a pazienti senza compromissioni delle funzioni vitali e pertanto avverrà esclusivamente con procedura programmata», recita una nota del direttore sanitario. Ciò significa che non dovrebbero essere garantiti i ricoveri per coloro che giungono in ospedale attraverso il pronto soccorso.

Rispetto all’era pre pandemica, inoltre, a garantire l’assistenza 13 unità infermieristiche, 6 Oss e un numero minore di medici. Se in passato in due potevano assicurare sia l’orario diurno che notturno, con la nuova organizzazione dalle 20 alle 8, nonché la domenica e i festivi, l’assistenza sarà garantita dai sanitari in servizio presso il punto di primo intervento che dovranno quindi svolgere il loro incarico sia in guardia medica che in Medicina.

Con la dismissione del reparto covid chiudono anche i reparti ad esso collegati come la terapia intensiva, ma anche le sale operatorie che invece si sperava potessero servire una volta finita la fase pandemica per rilanciare l’ospedale, come del resto avevano assicurato anche alcuni esponenti politici.

Le critiche

Il nuovo piano non ha mancato di determinare critiche. Due i punti contestati da Massimiliano Voza e Domenico Vrenna, rappresentanti della CGIL Salerno. Innanzitutto il mancato mantenimento delle attività covid non in area critica, giudicate vere e proprie eccellenze provinciali «e il cui depotenziamento lascerebbe senza assistenza i pazienti fragili colpiti da Covid che necessitano, ad esempio, di: terapie monoclonali anti Covid, ADI, emotrasfusioni, cure oncologiche ecc…».

Poi la riapertura dell’unità di Medicina, comunque ridimensionata e attiva a pieno organico solo per 12 ore. I sindacalisti chiedono che resti in funzione h24 «poiché, nelle ore notturne, l’unico medico in servizio nel PO, nel relativo Punto di Accesso e Pronto Soccorso, si troverebbe a sobbarcarsi l’onere della contemporanea guardia medica attiva anche nella Medicina».

Dalla Cgil, infine, invitano anche la direzione sanitaria a munire il presidio di un radiologo nelle ore notturne e di «un’ambulanza per il servizio di trasporto secondario verso il DEA di Vallo per i pazienti afferenti al pronto soccorso che necessitano, a completamento diagnostico, di consulenze specialistiche in tale stabilimento per le discipline (sostanzialmente tutte) di cui Agropoli non è dotata».

Critiche arrivano anche dai gruppi politici di opposizione considerato che la riorganizzazione avviene alla vigilia della stagione estiva quando le presenze sul territorio aumentano considerevolmente.

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