La questione della sanità in Cilento continua ad essere al centro del dibattito ad Agropoli. Dopo la dismissione del reparto covid e il mancato potenziamento della struttura che perderà anche l’ambulanza rianimativa, le polemiche non sono mancate tra cittadini e rappresentanti politici. Sulla questione è tornato a parlare anche Giovanni Basile che per anni ha guidato il comitato pro ospedale di Agropoli, promuovendo anche l’occupazione della struttura per provare a scongiurarne la chiusura.
Chiusura ospedale di Agropoli: Basile attacca la politica
Basile non risparmia accuse ai partiti politici: «La destra ha ucciso, mentre la sinistra ne ha occultato il cadavere», spiega. In merito alla chiusura, inoltre, mostra di avere le idee ben chiare: «Fu anche un atto di ritorsione politica nei confronti del Sindaco di Agropoli che dapprima si difese cercando di fare il possibile per poi abbandonare la nave facendo di tutto per uscirne con il minor contraccolpo elettorale. Questi, in seguito, è divenuto complice della presa in giro di un territorio invece di battere i pugni sul tavolo del suo amico per la soluzione del problema. Oggi, su quelle ossa dell’ospedale, resta solo un luogo di collocamento politico-clientelare».
La proposta
Poi Basile rilancia una proposta: «cercare nella mobilità passiva (cittadini campani che si recano fuori regione per farsi curare (leggasi oncologia annessa alla stereotassica della Radiosurgery) la rinascita della struttura con reparti salva vita per poi aprire un serio pronto soccorso h24 (rete ospedaliera dell’emergenza). Solo questo può ridare dignità ad un territorio».
Il messaggio ai cittadini di Vallo della Lucania
Infine un messaggio anche ai cittadini di Vallo della Lucania e del comprensorio: «Dico ai vallesi di fare questa battaglia perché è anche la loro. Un ospedale di Agropoli che rinasca, servirebbe a salvare il loro di ospedale. Il “San Luca” sta esplodendo e nega una adeguata risposta sanitaria. Questo accade perché Agropoli non c’é più»